Anche i negozi chiudono. Ora è ufficiale. Confcommercio lancia l’ennesimo grido
di dolore e i giornali lo rilanciano. Bisogna però uscire dalla sola lamentela,
smetterla continuare a ripetere “abbiamo
sempre fatto così” “prima era diverso” “c’è la crisi” “siamo massacrati dalel
tasse” “Equitalia ci toglie il fiato e la banche ci soffocano” e simili
affermazioni che, anche se vere
(almeno alcune di loro lo sono), non aiutano a risollevarsi e spesso
producono maggiori sfaceli.
È interessante a questo proposito la riflessione del solito
arguto e mai banale Dario di Vico
che in questo
articolo sul blog La nuvola del lavoro
pone una domanda diversa: “che cosa
possiamo fare di diverso”?
Questo secondo me è
il punto.
E allora?
Date queste condizioni che sono al di fuori del mio
controllo, c’è qualche cosa che posso
fare nel mio spazio di decisione per migliorare i miei affari?
Mi ostino ad aspettare che i clienti entrino nel mio negozio o mi metto in gioco per attirarli, e senza svilire i prezzi, scorciatoia che apparentemente porta un po’ di ossigeno per negarlo subito dopo.
In questa
pagina di questo blog già tempo fa avevo suggerito qualche idea per
aumentare il walk-in e di conseguenza far crescere le vendite.
Riassumo in questi 6 punti i fattori a mio parere
essenziali, pronto ad approfondirli con chi lo desidera.
1. Chi sono i tuoi clienti? Sai
esattamente descrivere le tipologie di clienti che vorresti avere nel tuo negozio?
Che già frequentano il tuo negozio? Riesci a capire che cosa vogliono e perché?
2. Dove sono i tuoi clienti? Dove
“passano” oltre che davanti alle tue vetrine? Frequentano la rete? Social
media? Palestre? Ristoranti? Come fai ad avvicinarli in spazi che non siano la
fetta di marciapiede davanti al tuo esercizio?
3. Che cosa puoi insegnare ai tuoi clienti per
valorizzare i tuoi prodotti? Come truccarsi? Come apparecchiare la tavola?
Come abbinare i vestiti? Come cucinare le tue verdure? Come scegliere un libro?
Come valorizzare le tue carni? Come struccarsi? Coem scegliere una
acconciatura? Che cosa sei disposto a cedere, gratuitamente, della tua
competenza per farti conoscere?
4. Riesci a “giocare” con i tuoi clienti?
Riesci a coinvolgerli anche fuori dal tuo negozio? A renderli ambasciatori del
tuo nome?
5. Quali sinergie puoi organizzare con altri
esercizi vicino al tuo? Se sei un negozio di alimentari perché non provi ad
organizzare serate a tema con un ristorante vicino? Se sei una libreria perché
non provi ad organizzare una lettura di poesie che parli di eleganza con il
negozio di vestiti all’angolo? Se vendi elettronica perché non organizzi una
lezione sui flood blogger con l’alimentari vicino a te?
6. Quale evento puoi organizzare che attiri
attenzione e che parli in qualche modo dei tuoi prodotti in modo originale?
Una presentazione di spezzoni di film che parlino della carne (se sei un
macellaio o una salumeria)? Una lettura di romanzi ambientati nel mondo dello
sport (se sei un negozio di articoli sportivi)? Una presentazione di itinerari
di viaggio (se sei un negozio di scarpe)? Una lezione di galateo ed eleganza
(se sei un negozio di abbigliamento)?
Che cosa vogliono dire però queste idee così sparse? Che hai
bisogno di una strategia di brand
reputation per accrescere la tua fama e che questa strategia deve
comprendere attività nel mondo virtuale come in quello reale.
Sei pronto ad usare
tutte le tecnologie che ci sono a disposizione per dare nuova linfa al tuo
negozio? Sei pronto a prendere in esame questa possibilità e magari a farti
aiutare da qualcuno?
Se siete interessati ad un libretto che suggerisce consigli,
fatemelo sapere: sarà mia cura metterlo a disposizione.
Suggerisco anche caldamente di visitare questo blog –il
frutto di uno studio per una tesi di laurea- che è interamente dedicato al tema
negozi, con consigli pratici e facilmente realizzabili.
Ecco un nuovo articolo uscito proprio ora sul tema.
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