mercoledì 22 febbraio 2012

Avviso





A causa di sovraccarico di lavoro dobbiamo fare una pausa nel postare nuovi articoli per una quindicina di giorni.
I nuovi post saranno pubblicati a partire dal 13 marzoPer offrirvi un servizio, che ci auguriamo possiate apprezzareabbiamo deciso di elencare alcuni link ad articoli precedentisuddivisi per argomento, che potrebbero esservi utili.Nel frattempo daremo il benvenuto a suggerimenti, spunti per altri post, notizie, articoli, link che vorreste discutere su questo blog.Grazie per la vostra pazienza, vi invitiamo a rimanere sintonizzati e a non dimenticarci!


Due to work overload we have to take a break in posting new articles for a fortnight.
Next new post will be ready for march 13thTo offer you a service that we hope could be appreciated, we have listed down here and will often update some links to previous articles, listed by subject, that you could enjoy reading and that could be helpful.
In the meantime we will welcome suggestions, hints, cue of other posts, news, articles, links that you would like to be discussed on this blog.
Thank you for your patience, please stay tuned and do not forget us!




Interviste - Interviews

Reputazione - Reputation

Video

Marketing

lunedì 20 febbraio 2012

Let's blog - Bloggare felici e assorti


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Dalla rete i consigli per l'uso del blog


Ciò che apprezzo negli altri blog sono il contenuto e la costanza negli aggiornamenti. Seguo ciò blog che trattano temi che mi interessano, nei quali è possibile leggere cose nuove o comunque proposte da un punto di vista differente. E’ molto importante il tono di voce di chi scrive: chiaro, diretto, immediato.

Stefania Boleso: consulente marketing e comunicazione



Il blog aziendale permette di rendere il consumatore protagonista creando uno spazio di connessione e di dialogo tra azienda e cliente. E' uno strumento molto utile per sia per un brand che vuole aumentare la sua reputazione on-line e farsi conoscere da un pubblico più vasto, sia nel caso in cui il brand voglia conoscere a fondo i suoi clienti per migliorarsi. E' infatti possibile comunicare con l’utente in modo diretto, sviluppare e approfondire argomenti, i lettori possono interagire con l’azienda, dire la loro, chiedere, consigliare. Così facendo si offre ai clienti la possibilità di essere ascoltati: ascoltare il cliente è infatti una delle attività fondamentali su cui il brand deve focalizzarsi; e il blog è lo strumento più adatto a questa richiesta del mercato. 

Chiara Pugni : 23enne alle prese con il suo primo blog in cui prova a mettere a fuoco il mondo del marketing.



Non è facile dare dei consigli per avere un blog di successo primo perché dipenderà molto da quale sarà il focus stesso del blog e poi da quale sarà la nostra strategia di comunicazione.
In linea di massima direi che la prima cosa è decidere gli obiettivi del blog, scegliere una linea editoriale e iniziare a postare con regolarità contenuti unici che possano realmente interessare il proprio target. E’ sicuramente una buona idea farsi percepire dai lettori come degli esperti per il settore di riferimento, cercando di evitare di vendere subito qualcosa ma impegnandosi per creare una conversazione e un rapporto di fiducia che porterà poi eventualmente a una qualche forma di conversione. Il lavoro potrà essere lungo, alla base ci dovrà sempre essere pazienza, costanza e passione. E’ per questi motivi che suggerirei di farsi il blog da sé, evitando intermediari se non in una fase iniziale in cui si può avere l’esigenza di una strategia e di qualche suggerimento per partire.
Per ultimo suggerirei, parallelamente al blog, di lavorare anche sulla comunicazione sui Social Network che notoriamente sono degli ottimi strumenti per diffondere la visibilità di contenuti di valore.  

Paola Frateschi: responsabile Marketing e Social Media Marketing presso Arte & Tecnica srl




L'unico consiglio valido per un blog è quello di metterci passione!
Nei contenuti, negli aggiornamenti, nella grafica, tutto quello che conta è quello che ti piace. Scivi di cio che ami, mostraci cosa sai fare e indica quello che odi, questo è un blog, come se stessi parlando con un amico davanti ad una birra. Infine condividi e commenta. Comunicaci chi sei e di che pasta sei fatto, tutto il resto viene da se...

Mattia Annese aka zeroD10: Social media enthusiast e mac integralist, mi piace fare rumore!
@zerod10




Due brevi premesse:
1. Quando leggo un blog la cosa che guardo per prima è ovviamente il titolo. Mi diverte sempre quando sono originali, spiritosi, brillanti. Spesso però, per avere queste caratteristiche, il titolo stesso non centra nulla con il contenuto.
2. Leggo molti post su suggerimento di twitt di chi seguo. Sono davvero tanti, a volte troppi e per poter scegliere ho bisogno di capirne al volo il contenuto.
Quindi ecco il consiglio: evidenziate le parole fondamentali del testo, come se faceste un riassunto per i vostri lettori, anche per quelli che hanno fretta e magari vi rileggeranno più tardi con calma.

Massimo BenedettiMaschio, nato il 04/06/1976, Entusiasticamente sposato, PR & Communication manager, accolgo qualsiasi cosa le relazioni mi regalino! Multiforme curioso dei rapporti con il prossimo.



Suggerirei di unire questi aspetti, non in ordine di importanza:
- considera il blog come una tua landing page all'interno di un intreccio complesso di contenuti condivisi, non il tuo unico strumento unico di comunicazione.
- non pensare che gli strumenti che utilizzi dureranno per sempre, utilizzali finché esistono, probabilmente cambieranno.
- concentrati su poche cose, pochi argomenti, e portali avanti nel tempo.
- scegliere una piattaforma per cui anche l'aggiornamento è una positiva esperienza e che sia performante sui motori di ricerca

Enrico Ratto
@enricoratto



Avere qualche cosa da dire di valore per i propri lettori, e saperlo scrivere bene. Promuovere i propri post garantendo continuità nella frequenza e nel contenuto, e contando su una rete di “amici di stima” sui quali contare per estendere la diffusione e verificare la bontà dei post. Restare in ascolto delle rete per imparare dagli altri. Rispettare la rete: mai limitarsi al taglia-e-incolla senza aggiungere qualche cosa di proprio e soprattutto senza citare e ringraziare l’autore originale.
Paolo Pugni
@paolopugni



English version

Tips for using blog from the experts

I really appreciate blogs that post relevant content on regular basis.
I follow people blogging about topics I am very interested in,  that post new stuff or comment topics from a personal and different point of view.
The tone of voice of the blogger is in for me very important: clear and straight to the point.


Stefania Boleso: marketing and communication professional

 
A business blog allows involves and commits the client, creating a space of connection and dialogue between the company  and the consumer. It 'a very useful tool for a brand that wants to increase its online reputation and reach a wider audience. A second chance is to find an easy way to know who are its clients to improve. And in fact it is possible to communicate with the user directly, develop and deepen topics,. Readers can interact with the company, give opinions and advices. This solution provides customers the opportunity to be listened: listening to customers is in fact one of the fundamental activities on which the brand must focus, and the blog is the most effective instrument suited to this market demand.


Chiara Pugni : 23 years old, handling her first blog and focusin on the marketing world to discover it.


It is not easy to give advice to have a successful blog first because it will depend very much on what will be the focus of the blog itself and then from what will be our communication strategy.
Basically I would say that the first thing is to decide the objectives of the blog, choose its own editorial line and start posting regularly unique an original content that can really affect your target audience. It 'surely a good idea to be perceived from readers as an expert for your own field, looking to avoid to sell quickly something but working to create a conversation and a relationship of trust that will lead eventually to some form of conversion. Perhaps this work will be long, based on patience, perseverance and passionIt’s for these reasons that I would recommend to get the blog itselfavoiding intermediaries except in an initial phase in which you may have the need for a strategy and a few suggestions to get started.
Finally, I would suggest, in parallel to the blog, to work also on communication on the social network well known to be excellent tools to expand the reputation of valuable content.
Paola Frateschi: responsabile Marketing e Social Media Marketing presso Arte & Tecnica srl


The only useful advice for a good blog is you have passion!
All that matters is that you like content, updates and graphics.
Write about what you love and what you hate, show what you can do.
this is a blog, imagine you are talking with your friend in front of a beer. Finally, share and comment. Tell us who you are and what you're made of, the rest  will come ...

Mattia Annese aka zeroD10: Social media enthusiast and Mac fundamentalist, I like making noise!
@ zerod10


Two brief background:
1. When I read a blog the first thing I look for is, obviously, the titleI always enjoy when they are original, witty and brilliantOften, howeverto have these features the title has nothing to do with the content.
2. Often I read post on advice of those who follow on TwitterThey are too many to choose from and I need to understand the content on the fly.
So here's the tip: highlight the fundamental words of the text as if you made a summary for your readerseven those who are in a hurry and maybe re-read it later, calmly.

Massimo Benedetti: Boy, born in 04/06/1976, enthusiastically married, PR & Communication manager whatever they give to me! Skin Changer.



These are the areas I suggest to consider:

-consider your blog as your landing page in a deck of several media tool, not your only way to communicate
-do not rely on a tool as it was everlasting: tools die, be ready for that
-focus on few things, few subjects, and develop those in time
-choose the right platform



Have something to say, have a value to share and have a nice way to write it. Promote your posts assuring stability in regularity and content e do what you can to be able to rely of a network of “trusted friends” that can help you to widen your reach and critically check the quality of what you write. Go on listening the net to learn from other and respect them (never just cut and paste without adding something and thanking and quoting the source).

giovedì 16 febbraio 2012

Gli italiani sanno usare i social media? Intervista a Ivana Pais

Italian special: post solo in italiano per esplorare il mondo dei social network con finalità professionali








Ricercatrice in sociologia dei processi economici e del lavoro Ivana Pais insegna Sociologia economica nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. Studiosa dei social network e delle comunità professionali online, ha attirato la mia attenzione per la qualità dei suoi interventi e la precisione delle segnalazioni. Condivide informazioni su Twitter, costruisce legami digitali su LinkedIn, si rilassa su Facebook,  pubblica le mie presentazioni su Slideshare e le bozze dei suoi articoli su Academia. Scrive su La nuvola del lavoro, il blog di Dario Di Vico nel quale ha uno spazio riservato Pro 2.0  dedicato al mondo on-line. 
Le abbiamo posto alcune domande sulle interazioni tra mondo del lavoro e social network

1) In quale modo il (social) networking sta cambiando il modo di fare affari degli italiani?

Il social networking è sempre stato importante nel business: le attività economiche sono radicate nella società. La novità è che le piattaforme tecnologiche rendono visibili i nostri legami (anche agli altri) e quindi ci permettono di gestirli meglio. Favoriscono l’intenzionalità nella costruzione delle reti di relazione e rendono più semplice il loro mantenimento.


2) Questo influenza solo in grandi gruppi o anche le piccole imprese, gli artigiani, i negozi possono usufruirne?

Gli ecosistemi di business costruiti attraverso i social network sono individuali, più che aziendali. L’imprenditore, il manager e il professionista ci devono mettere la faccia, non solo il logo dell’azienda. In termini comparativi, questo offre maggiori opportunità alle piccole aziende, a chi parte da reti piccole oppure è collocato alla periferia delle reti fisiche e sociali.

3) Quali sono i principali vantaggi?

Il principale vantaggio è la possibilità di costruire legami con persone altrimenti fuori dalle proprie cerchie sociali. Però non bisogna illudersi: il legame è solo un’infrastruttura, bisogna lavorare per far transitare risorse (informazioni, conoscenze, prodotti e servizi). E’ come una ferrovia: il valore non deriva dall’esistenza del binario, ma dal transito dei treni e dal contenuto delle merci trasportate.

4) Networking è solo on line o anche off-line? Intendo dire, l'italiano è molto individualista e sospettoso: si può realmente costruire una sinergia per vendere meglio?

Il networking è sia online che offline: l’online permette di creare nuove relazioni da rafforzare attraverso l’incontro offline, gli incontri professionali occasionali possono essere approfonditi attraverso le relazioni digitali. Sono complementari e interdipendenti, non alternativi. Si spiega così l’autorganizzazione di incontri tra coloro che frequentano lo stesso sito di social network, fino ad arrivare alla costituzione di vere e proprie associazioni (è il caso dei ClubIn, ma anche degli Indigeni digitali e delle Geek Girl).

5) In che modo il business networking può aiutare le piccole realtà italiane a superare la crisi e a vendere all'estero?

Il business networking ha valore soprattutto se utilizzato per stabilire nuovi legami, con persone altrimenti non raggiungibili. Il potenziale nei rapporti con l’estero è alto e spesso sottoutilizzato: le piattaforme ci permettono di conoscere persone lontane, ma noi le usiamo per parlare con i nostri amici. Alcuni business network (per esempio, Officine Italiane Innovazione e H2Biz) si stanno muovendo proprio ora in questa direzione, creando gruppi dedicati alle relazioni con l’estero.

6) Tra tutte le realtà social e di networking quali avranno più impatto nel 2012? quali non si devono trascurare? quali sono le piattaforme emergenti in questo 2012?

Fare previsioni è difficile, si possono solo individuare le direzioni emergenti. Una di queste è la nascita di social network verticali, sempre più specializzati. Una tendenza che dovrà essere bilanciata dalla progettazione di occasioni e modalità di apertura, per non piegare anche i nuovi strumenti ai tradizionali meccanismi di chiusura sociale.

martedì 14 febbraio 2012

Go-Giver


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reblogged: the best post of the past
ristampa: i migliori post  della nostra blogvita




Vedere come le parole diventano realtà è cosa così stupefacente che ne rimando sempre stordito quando lo vedo accadere. Avevo appena pubblicato l’ultimo post sull’approccio Go-Giver e sui consigli di Dixie Gillaspie, quando sono stato contattato da Dixie e da Bob per ringraziarmi della citazione. Non solo, hanno consigliato post e blog ai loro contatti su Twitter e altrove. Date e vi sarà dato…. Ovviamente a breve apparirà la loro intervista su queste pagine.
Sono perciò sempre più convinto di questo approccio e di come la strategia del dare per ricevere sia quella vincente, non solo nel lungo termine, ma anche nel breve. Per questo, per rafforzare la mia, e la vostra, fede in questa soluzione propongo oggi alcuni link interessanti che mostrano idee e risultati.
Inizio da due collegamenti italiani a due interventi di uno dei miei preferiti autori: Cristina Mariani
Il primo mostra come anche piccole aziende, e studi professionali, possano ottenere successo investendo, tempo e sforzo non denaro, in campagne sui social media per condividere con (potenziali) clienti idee e consigli.
Il secondo amplifica il concetto fornendo idee su come insegnare ai propri clienti per dare loro valore (gratis) specialmente quando non si dispone di denaro da investire in pubblicità: è l’approccio “se non puoi spendere più dei tuoi concorrenti, insegna più di loro” proposto da David Hanson.
I tre link che seguono, e che consiglio spassionatamente di cliccare, vi mettono in collegamento con i tre autori citati nel mio precedente post, ricordato a inizio pagina.
Il blog di Dixie Gillaspie  è una vera miniera di idee e di esempi che permettono una rapida applicazione e aiutano a trovare nuovi contatti. Volete fare una prova? Leggete questo posst sull’approccio Frank Sinatra.
Per presentarvi Bob Burg ho scelto questo post nel quale spiega come edificare gli altri aiuti a migliorare se stessi: in affascinante esempio di convergenza di interessi.
In fine John David Mann ci spinge a cambiare con questo post ricco di suggerimenti ed esempi.
E voi, avete qualche link da suggerirci?



English version



See how words can become easily life is such an astonishing thing that always stuns me when it happen. I just published a post about the Go-Giver effect and the approach of business coach Dixie Gillaspie, and I’ve been contacted by Dixie and Bob, two of the authors quoted, to thank me. And they also suggested my blog to their contact on Twitter!  Obviously their interview will appear soon on this blog page.
I’m therefore more and more convinced that the “give and you will be given” strategy is the best one, and not even a long term approach, since you can get your reward in short time too.
Therefore I’d like to strengthen my, and your, faith on this subject quoting several posts that could be useful to everyone, also to find out hints to apply in your job.
Let me start with two Italian links, both from one of my favorite blogger and consultant: Cristina Mariani.
The first one shows how even very small companies could really reach success investing, efforts much more than money, in a social media campaign sharing with clients knowledge and ideas.
The second one amplifies this hint providing good ideas about how to teach your prospects giving value, especially when you have no money to spend in advertising campaigns. Is the If you can't out-spend, out-teach” solution proposed by David Hanson.
The three following links I’d like to share with you, with my warmest suggestion to become a daily reader of these web-pages, connect you with the authors quoted in my previous post:
Dixie Gillaspie’s blog is a mine of samples and good clues that every business can adapt and adopt to widen the range of influencers and customers.  What a test? Try this about the “Frank Sinatra Way”

To introduce you to the Bob Burg’s blog I choose this post that tell us how we can edify others to build ourselves: a convergent approach that can enrich everyone.

Finally John David Mann urges us to change with this post rich with good suggestions and examples.

Any more link to suggest us?



lunedì 13 febbraio 2012

La quinta essenza - The core business


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Vendere significa valore: per entrambi. Il concetto di vantaggi condivisi è già stato ben definito. Ciò che sta cambiando è il modo in cui questo valore viene negoziato e, cosa più intrigante, quando viene negoziato e di cosa si tratta.
Abbiamo convenuto che una parte enorme dei valori dovrebbe essere fornita in un primo momento dal venditore, in modo da stabilire una reputazione e creare le basi per la vendita.
E abbiamo anche discusso il fatto che ogni vendita dovrebbe in qualche modo condurre all'unico obiettivo che gli acquirenti hanno in mente: aumentare i profitti della loro società.
Questo è sempre vero o si tratta di una visione ottimistica? Tutte le persone con cui parliamo hanno una chiara focalizzazione sull’obiettivo ultimo dell'azienda o sono intrappolate da quelli individuali, che possono essere leggermente diversi da quelli aziendali, soprattutto quando la società non sta applicando una visione globale, ma è incantata da quelle locali?
Questa è una questione vitale, perché se è vero che noi, come venditori, dobbiamo agire come consulenti e sforzarci di aiutare il cliente a raggiungere la sua meta, è pur vero che non siamo martiri devoti alla causa del profitto del cliente anche contro la sua volontà.
Come possiamo capire la vera priorità della persona con cui stiamo parlando?
L'arte di fare domande acute è l'unica via percorribile. Ma dobbiamo aggiungere l'arte di comprendere le risposte, o per meglio dire di tradurre, decodificare le risposte: perché non possiamo aspettarci che il cliente ci dica chiaramente quello che vogliamo sapere.
Siamo in gradi di padroneggiare quest’arte? Siamo in grado di rilevare il significato nascosto tra parole convenzionali e frasi nebulose? Come abbiamo sviluppato quest'abilità?
Abbiamo video intervistato alcuni farmacisti per un nostro cliente con lo scopo di utilizzare il video con il team di vendita e discuterne.
Una delle domande era: che cosa è più rilevante per voi nella scelta di un prodotto da esporre?
Quasi tutte le risposte iniziano allo stesso modo: la qualità ovviamente ed il prezzo. Ci si poteva aspettare qualcosa di diverso? Ma poi, lentamente e con fermezza la verità comincia ad emergere. Qualcuno aggiunge: e soprattutto la rotazione.
Aah ... interessante.
E altre ragioni più vere, come:
pubblicità, consegna rapida, nessun quantitativo minimo, know how, la disponibilità di merchandising o conferenze per i clienti ...
E questa è una storia completamente diversa.
Allora, cosa fate di solito per passare oltre la superficie e afferrare la sostanza?



English version




Selling means value: for both. The concept of shared advantages is well established. What is changing is the way this value is traded and what is more intriguing when it is traded and what it is.
We have agreed that a huge part of values should be given away at first by the salesman, so establishing a reputation and creating the basis for the sales call.
And we also discussed the fact that any sales should in some way address the only goal that buyers have in mind: increase the profit of their company.
Is this always true or is this assumption an optimistic one? Does all the people we talk to in a company have a clear focus on the company final target or are they trapped by their own target which can be slightly different from the company’s one, especially when the corporation is not applying a global view but is spellbound by the local optima curse?
This is a vital question because if it’s true that we, as salesmen, have to act as consultants and strive to help the client get to her/his goal, it is nonetheless true that we are not committed martyrs to the cause of client’s profit against their will.
How can we understand the true priority of the person we are talking to?
The art of asking sharp questions is the only viable way. But we should add the art of understanding the answers, or better say to translate, to decode answers: because we cannot expect the client to say straightly what we want to know.
Can we master that art? Are we able in detecting the hidden meaning buried in between conventional words and foggy sentences? How did we developed that art?
We video-interviewed some druggists for a client of us so that we can use the video with the sales team to discuss them.
One of the question was: what is more relevant for you in choosing a product to display?
 Almost all the answers started the same way: quality of course and price. Would you expect something different? But then, slowly and firmly the truth started to emerge. Someone add: and rotation mainly.
Aha… that’s interesting.
And then more true reason like:
advertising, quick delivery, no minimum quantity, know how, availability for merchandising or conferences for the clients…
And this is a completely different story.
So what do you usually do to grasp the surface and grab the substance? 

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