sabato 12 settembre 2015

Vizeat: dalla tavola le opportunità per nuovi business. Shareat! Intervista con Ester Giacomoni




Share-economy grande opportunità. Ora arriva anche a tavola. Invita a casa tua per condividere le tue eccellenze culinarie e la voglia di conoscere il mondo. Più uno scambio di esperienze di vita e di chiacchiere che di cibo. Una Blablacar a tavola. Esploriamo questo pianeta con la country manager italiana di Vizeat, Ester Giacomoni per aiutarci a capire di più. 

·       Che  cosa è esattamente il modello Vizeat?

VizEat è una piattaforma online attraverso la quale è possibile organizzare eventi culinari a casa propria. VizEat è una community che coniuga convivialità e viaggio rivolgendosi a tutti gli Host locali che vogliono accogliere alla loro tavola dei viaggiatori e a tutti i Guest desiderosi di conoscere una regione o un Paese in modo originale.

·   Come nasce, dove e con quale intento?

L’idea di lanciare questa piattaforma online, potremmo dire una sorta di Airbnb del food, è venuta ai fondatori di VizEat durante i loro viaggi.
Nel 2012 Camille Rumani, fondatrice e COO di VizEat, lavorava a Pechino. E’ stato proprio vivendo a stretto contatto con la realtà pechinese, dove le barriere culturali e linguistiche sono imponenti, che le venne l’idea di creare una piattaforma online che permettesse ai visitatori stranieri di incontrare gente locale nella loro vita quotidiana e di conoscere la loro cultura da vicino.
A Jean Michel Petit, invece, CEO di VizEat, l’idea di creare la piattaforma venne partecipando a un pranzo indigeno nell’isola Amantanì (Lago Titicaca) durante un suo viaggio in Perù.
Dall’incontro delle loro competenze, diverse e complementari, nasce nel 2014 VizEat. La piattaforma conta ad oggi  più di 3000 host iscritti in più di 60 Paesi del mondo, ed è ormai in poco più di un anno il leader europeo del Social Eating.

·   In che modo si colloca nel mondo “social” e nell’economia condivisa?

Nel boom dell’economia collaborativa, VizEat ha un posto d’onore, perché contribuisce a diffondere e sviluppare un nuovo modo di viaggiare, scoprire culture diverse e conoscere nuove persone.
L’aspetto davvero social del nostro sito penso che sia la sua capacità intrinseca di far passare i suoi utilizzatori dall’online all’offline.
In tutte le culture, infatti,  l’incontro più autentico, sincero e umano passa per la tavola, primo e vero “social network”. Aprire le porte delle cucine di casa agli ospiti per far scoprire loro i sapori tipici del luogo, scambiare quattro chiacchiere e ritrovarsi a cena tra sconosciuti può essere una buona occasione per creare nuovi rapporti umani e, perché no, anche professionali. Ogni host ha una storia da raccontare sulla sua città e sulle sue consuetudini: dalla tradizione culinaria scaturisce anche la promozione territoriale di un luogo, memoria e insieme base per costruire il suo futuro.

·    Che cosa bisogna fare per usufruirne come ospite e come ospitante?

Gli Host e i guest possono creare gratuitamente un profilo in pochi click. Gli Host possono proporre un menù, nonché decidere liberamente il prezzo e la data dell’evento culinario. Quando un ‘VizEater’ guest è interessato a un menù, potrà inviare una richiesta di prenotazione all’Host per partecipare al suo evento: l’Host potrà decidere se accettare o meno in base alle sue disponibilità.

·       In Italia non ci saranno problemi con il fisco?

Per ora tutta l’economia collaborativa in Italia soffre per la mancanza di una legislazione chiara a questo proposito. Il social eating è da considerare come una attività saltuaria d'impresa, sottoposta a norme fiscali agevolate per chi lo pratica di tanto in tanto.


·       Come fa Vizeat a garantire la qualità del servizio dei privati?

VizEat è molto attento alla tutela della propria Community. Per fare vivere un’esperienza piacevole in tutta sicurezza, VizEat:  verifica l’identità di tutti gli Host attraverso uno scambio che possa confermare il loro impegno e e la loro serietà; tutti i padroni di casa e gli ospiti sono coperti da un’assicurazione (Lloyd di Londra) che copre eventuali danni fino a 100.000 euro.
Consigliamo, inoltre, a tutti i nostri Host e Guest di lasciare delle reviews in modo che siano proprio loro ad aiutarci a offrire il miglior servizio possibile.

·       Come sta sfruttando le potenzialità della rete Vizeat per farsi conoscere?

Stiamo facendo parecchie campagne online sui Social Network e abbiamo avuto anche la fortuna di collaborare con alcuni blogger che ci hanno aiutato nel nostro sviluppo in Italia.
Abbiamo instaurato anche solide collaborazioni con altri piattaforme e attori dell’economia collaborativa.

·       Che cosa possono fare gli Host per attirare clienti nelle loro case?

Gli Host possono promuovere il loro evento sui social network condividendo il loro evento. Noi, dal canto nostro, abbiamo stabilito degli accordi con gli uffici del turismo di Parigi e Londra per cercare di far conoscere il più possibile l’iniziativa.

·       L’idea di Vizeat è proposta anche da altri:
come mai questa diffusione di local-home-meal?

Penso che questa diffusione così importante del Social Eating sia dovuta alla ricchissima tradizione culinaria italiana e a un’intrinseca cultura dell’ospitalità e dell’apertura agli altri che ci contraddistingue.
Prima di lanciare il sito nella versione italiana, abbiamo commissionato un sondaggio a Toluna- Louis Harris’ Survey per aiutarci a saperne di più sull’atteggiamento degli italiani verso il Social Eating. Il risultato ci ha positivamente sorpreso dato che il 70% dei intervistati ha risposto che gli sarebbe piaciuto accogliere dei viaggiatori alla loro tavola il tempo di un pasto.
Questa tendenza inoltre si è confermata nei mesi successivi dal momento che l’Italia è il paese dove abbiamo avuto uno dei tassi di crescita più elevati.

Differenze rispetto ai competitors, come Gnammo o l'Home Food delle Cesarine:

La forte vocazione internazionale di VizEat  differenzia da molti suoi simili nel mondo del social eating e allo stesso tempo accomuna i suoi membri. Gli eventi di Social Eating, infatti, sono organizzati da Host locali che accolgono dei viaggiatori alla loro tavola. Grazie alla nostra piattaforma, infatti, sono state organizzate cene in cui si parlavano fino a 4 lingue diverse.
Il Social eating con VizEat diventa promozione del territorio, della cultura, della tradizione e non solo gastronomica.


·   Che opportunità ci possono essere di collaborazione per le aziende del mondo alimentare?

Siamo già in contatto con alcune aziende alimentari proprio per trovare qualche forma di collaborazione innovativa.


·    Visto che siete esperti della rete: che suggerimenti date a chi vuol farsi conoscere in questo modo?
 Penso che per chiunque desideri oggi farsi conoscere sul web debba aver ben presente  la sua identità e presentarla con coerenza. I prodotti e servizi che propone sono l’anima dell’azienda, ma a volte non basta una buona idea per avere successo. Bisogna curare il proprio prodotto nei minimi dettagli perché il potenziale cliente sia attirato e coinvolto, incuriosito e soprattutto, una volta che lo ha scoperto, non lo abbandoni! Ognuno poi ha la sua ricetta e i suoi trucchi del mestiere.

Durante la fase di lancio di VizEat, ad esempio, abbiamo organizzato molti meet up per permettere ai nostri Host di conoscersi tra loro e di conoscere l’équipe. Essendo questo un prodotto innovativo ci sembrava che il modo migliore per guadagnare la fiducia dei nostri utilizzatori fosse quello di metterci la faccia.


Ester Giacomoni
Country Manager VizEat Italia dal 2014

Dopo aver fatto differenti esperienza nel mondo delle associazionismo e dell’arte, sono rimasta folgorata dalle potenzialità del web. Da li ho iniziato a lavorare come Community Manager e a poco a poco ho acquisito maggiori competenze fino a  diventare oggi Country Manager quindi responsabile marketing per un intero mercato. Sempre in movimento, sono sempre alla ricerca di cose nuove da imparare.
Per sapere di più sul mio percorso professionale potete consultare il mio profilo LinkedIn :

venerdì 4 settembre 2015

La lezione del rugby: i principi fondamentali



Ci sono 5 principi fondamentali

Possesso:
assicurarsi il possesso del pallone, ossia l'elemento indispensabile per fare punti e quindi vincere. La squadra in possesso della palla farà di tutto per continuare ad avanzare, passando indietro il pallone ad altri compagni posizionati meglio per continuare ad andare avanti. La squadra che non ha il pallone farà di tutto per conquistarlo o, almeno, proverà a rallentare l’avanzata. La palla non può essere passata in avanti ad un compagno. Solo calciando si può lanciare il pallone in avanti, ma questo significa rinunciare al possesso. A volte può essere determinante.

Avanzamento:
con il pallone in mano è imperativo avanzare, cioè avvicinarsi alle retrovie avversarie in maniera da favorire varie ipotesi alternative di segnatura e rendere più difficile l’organizzazione della difesa avversaria. Ciò comporta di trovare degli spazi tra le maglie della difesa avversaria. Contemporaneamente, il giocatore avversario, deve pressare per cercare di bloccare il portatore di palla. Quindi deve cercare di recuperare l’ovale per poter, a sua volta, avanzare per segnare la meta.
Sostegno:
è fondamentale che ogni affondo offensivo individuale si avvalga del sostegno dei compagni per essere efficace; diversamente, pur ottenendo un iniziale successo, il giocatore può presto rimanere isolato e perdere il possesso della palla. Perciò quando si attacca i compagni devono sostenere il portatore di palla. Quando si è in difesa i giocatori devono sostenere il placcatore o impedire ulteriori avanzamenti da parte degli attaccanti della squadra avversaria.
Ecco quindi che difesa e attacco nel rugby diventano dei ruoli speculari che si mescolano a seconda delle situazioni che si creano durante una partita.
Continuità:
elemento indispensabile per la riuscita delle varie manovre d'attacco, attraverso le quali non si deve concedere tregua e possibilità di riorganizzazione alla difesa avversaria.

Pressione:
saper mantenerla sempre sull’avversario cambiando l’impostazione di gioco (al piede o alla mano) e pertanto va ricordata anche l'importanza della gestione del territorio: una buona strategia, infatti, deve poter controllare il terreno di gioco in ogni circostanza. Tutti i 15 giocatori devono sapersi muovere, in attacco come in difesa, in modo da poter fronteggiare qualsiasi evenienza. Il rugby si fa veramente totale e i giocatori fisicamente tendono ad assomigliarsi tutti prescindendo dai ruoli.

Il Rugby e la formazione manageriale

§  Avete mai approfondito il concetto di competenza? Come nel rugby è fondamentale guadagnare il possesso, in azienda è determinate saper coniugare tutti gli aspetti della competenza: arma vincente per il raggiungimento degli obiettivi.
§  Cosa significa avanzare in ottica aziendale? Trovare nuove soluzioni, cercare di formare una squadra, non perdere mai il controllo della situazione.
§  Se il sostegno è quanto di più ricercato nel gioco del rugby, vuole significare che da soli non si ottengono i migliori risultati. Occorre saper portare un contributo fattivo in ogni ambito e in ogni momento.
§  Se manca la continuità subentra l’appagamento e poi la demotivazione. Per creare continuità ci vuole organizzazione e metodo.
§  Pressione ragionata controllo del territorio: conoscere il perimetro di riferimento e presidiarlo con efficacia. Ci vuole delega, responsabilità e sicurezza. La piramide dei bisogni di Maslow ci può aiutare a comprendere questo.


THIS IS RUGBY





Roberto Rade
Esperto consulente formatore nel campo della vendita, si pone come partner dei clienti per aiutare la forza vendita a sviluppare competenze sempre più capaci di fare la differenza La metodologia con la quale si sviluppa ogni attività d’aula segue i più moderni schemi di apprendimento del Behaviour Modelling. Le tematiche oggetto di interventi consulenziali e formativi, che per la maggior  parte dei casi sono costruite ad hoc seguendo le specificità del settore di appartenenza, comprendono:

•     Marketing
•     Tecniche di vendita base
•     Vendita complessa e BtoB
•     Tecniche di negoziazione
•     Customer service
•     Comunicazione e relazione
•     Public speaking
•     Time management
•     Leadership
•     Motivazione 
•     Problem solving e creatività
•     Team building e Teamwork


•     Coaching

mercoledì 2 settembre 2015

Provocazione di marketing: hai 100 secondi per la tua azienda? La playlist





Ecco qui come promesso un aggiornamento sui mini-video, sotto i due minuti, di provocazioni di marketing.
E oltre a trovare la seconda serie di video, la prima è qui, ecco anche il link all'intera playlist, dove di volta in volta verranno aggiunti i nuovi video per voi.
Grazie e a presto
Paolo


Quarto video: il processo di vendita





Quinto video: oscillazione delle valute e valore



Sesto video: l'offerta



Settimo video: le fasi del processo di vendita




Ottavo video: dal capannone al mondo




Nono video: viaggi e studi



Decimo video: la fiducia come la conquisti?



Undicesimo video: la professionalità che cosa è?





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