La liberalizzazione e i negozi di quartiere





Settembre 2012
Propongo l'interessante lettura di questo articolo del sempre sorprendente, in positivo, Dario di Vico che parlando della crisi degli esercizi commerciali spiega con chiarezza come sia necessario un cambio culturale e un nuovo approccio anche alla liberalizzazione degli orari.  

Inizio del 2012
Si parla molto di liberalizzazione in questi giorni.
Abbiamo cercato di mettere insieme notizie e idee con questa pagina speciale, 
che andremo arricchendo nel tempo, per capire che cosa si può fare.
Il punto che questa pagina vuole svolgere infatti non è se sia bene o male
o quali siano le implicazioni anche etiche di questo nuovo scenario,
ma come fare ad affrontarlo per poterlo volgere a proprio favore.

Una possibilità con un approccio di marketing è presentata qui nel blog aumentare i profitti dei negozi

Ecco il punto di vista di alcuni dei protagonisti (e non solo)



Ci sembra un buon punto di partenza per iniziare a discuterne con serietà e pacatezza.

In questo stesso blog avevamo parlato in questa pagina con due video di possibili approcci di miglioramento per negozi e artigiani

4 commenti:

Alessandro Giuliani ha detto...

A mio parere la liberalizzazione degli orari, per gli esercizi commerciali, è un bene, soprattutto per il consumatore. Non la vedo come un'ulteriore "ammazza piccoli", perchè i negozi tradizionali potranno aprire l'esercizio in base alla disponibilità del proprio target e, in certo senso, specializzarsi oltre che nei prodotti, anche negli orari.

Paolo Pugni ha detto...

Mi sembra un punto importante Alessandro che pochi hanno notato o hanno frainteso (più o meno maliziosamente): liberalizzazione non vuol dire obbligo a tenere aperto sempre, ma scegliere quando e come aprire.
Il che vuol dire tenere conto della propria clientela, che va quindi scelta con cura, e dare loro un servizio. Comporta flessibilità e cambio di abitudini? Probabilmente sì, e fino a che questo non va a toccare equilibri familiari e sconvolgere la vita di famiglia, sembra a me più una opportunità che un rischio.
Certo, bisogna abbandonare l'atteggiamento del "non si può fare, abbiamo sempre fatto in modo diverso" e l'abbandono della modalità "lamentela continua" per provare qualche strada diversa.

Sandra ha detto...

Tanto un negozio, un'attività commerciale, comportano sempre dei "sacrifici" verso le proprie famiglie e i propri cari. sono d'accordo sul fatto che la liberalizzazione tenga conto della propria clientela e delle sue esigenze. La mia " paura" erano, sono i grandi negozio, le catene, i grandi centri commerciali. Ma tanto non credo che questo faccia molta differenza rispetto a prima di essa.

Paolo Pugni ha detto...

Grazie Sandra, mi piace molto il tuo spirito positivo. E' vero, le preoccupazioni e i rischi sono molti.
Il punto, che tu metti in luce, è proprio questo: dato che non possiamo fermarlo, almeno cerchiamo di sfruttarlo al meglio.
Grazie di essere passata... e di esserti fermata!
Paolo

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