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Vorrei citare
un post recentemente apparso sul sempre affascinante blog di Cristina Mariani a proposito di un allucinante errore compiuto da una azienda della moda nella gestione delle interazioni con gli internauti su alcune loro pagine. L’argomento è stato trattato estensivamente sul web in questi giorni, e come sempre Cristina riesce non solo a riportarne la notizia ma anche a spremerne fuori i giusti suggerimenti per tutti. Per questo suggerisco di dargli una occhiata: lo merita e c’è sempre da imparare.
Ciò che vorrei aggiungere al post di Cristina ed estrarre da questo disastro comunicativo è la necessità di una seria preparazione. E qui devo dire, con sofferenza, che spesso i professionisti, gli imprenditori e i venditori italiani peccano di eccessiva fiducia in se stessi e nei loro prodotti. E temo che questo sia un modo di fare tutto nostro che deriva dalla famosa arte di arrangiarsi, che se ha costituito un fenomenale strumento di successo nel secolo scorso, ormai non è più che un residuato storico. La creatività non basta più, la capacità di svicolare, di cavarsela non è sufficiente. Ci vuole preparazione e pianificazione: la differenza tra brillanti artigiani che non sono sopravvissuti all’iniziale successo e aziende leader nel mondo spesso sta tutta qui.
Non intendo dire che bisogna dimenticarsi della creatività, dell’italianità, dei nostri talenti. Dico che per ottenere risultati eccellenti, e consolidarli nel tempo, ci vuole pianificazione e preparazione: serie.
Per evitare guai simili a quelli nei quali è incorsa la neonata casa di moda, ecco alcuni suggerimenti semplici e forse scontati, ma che non vanno mai trascurati.
1. Definiamo con cura e onesta i nostri punti di forza e debolezza
2. Ragioniamo sul perché la nostra offerta debba essere considerata superiore a quella dei concorrenti. E facciamolo con cura, senza cadere nei luoghi comuni
3. Usando l’albero della realtà futura, un potente strumento della Theory of Constraints cerchiamo di definire il futuro che vogliamo raggiungere considerando anche gli effetti collaterali e le conseguenze delle nostre azioni
4. Costruiamo un rigoroso e razionale piano d’azione e colleghiamolo ad un piano finanziario, se necessario
5. Identifichiamo le aree nelle quale dobbiamo migliorare, che cosa dobbiamo imparare, conoscere, quale network costruire e cerchiamo di trovare la soluzione migliore per superare gli ostacoli che abbiamo identificato.
Soprattutto non improvvisiamo, quella è la strada sicura per una brutta fine.
Ora che idee avete a proposito? Quali esperienza da condividere? I vostri commenti sono i benvenuti.
Approfitto per segnalare la nascita di un nuovo interessante blog:
Il camaleonte che racconta con molta saggezza e delicatezza, la vita quotidiana di ogni professionista. Ve lo consiglio.
English version
I’d like to quote a recent post appeared in Cristina Mariani’s blog about an dreadful mistake done by a fashion company in handling its social network interaction with followers. Several bloggers on the web have talked about this misfortune, and as usual Cristina goes deeper trying to squeeze out more meaning and suggestions for everyone. This is why I suggest to everyone to take a look at her post, of which I will write down here a summary for those who cannot read Italian.
What I would like to build on Cristina’s post, and bail out from this disaster is the need for preparation. I have to say, sorrowfully, that Italian professional, entrepreneurs and salesmen tend to rely on them, or on their products, too much. Having built our fortune on the art of survival, l’arte di arrangiarsi as we use to say, that means the find a way out in every situation, we ended up having too much confidence and faith on our… “creativity” then on preparation. And wise forecasting. This is why many talented Italian artisans and entrepreneur were not able to survive their own first and burning successes.
I’m not saying that we have to deny brilliant solutions, or the art of scrape along in difficult situations thanks to our inner talents. What I’m saying is that the best way to get results, and to strengthen and consolidate results, requires preparation and planning.
The misfortune of the Italian fashion brand is based on this, in my opinion: poor preparation and even poorer planning.
To avoid similar troubles my suggestions is to follow these founding steps:
1. Start defining strengths and weaknesses of your offering. And try to be honest
2. Why will your offering be stronger and more appealing then the competitions?
3. Using the Future Reality Tress, a powerful tool from the Theory of Constraints, try to define the future you want to achieve, considering the negative branches id est the side effects of your plan
4. Build a strong and rational action plan, and link it to a financial plan, if necessary
5. Identify where you have to improve, learn, networking to find the best solution to the hurdles you foreseen in your growth
Do not improvise, that will be bring you for sure to a dead end.
Now, do you have suggestions to add? Experience to share? We will welcome your thoughts about. Thanks
Abstract of Cristina’s post
I use to suggest to companies that are considering to approach the social media world that they have to be prepared: while it’s quick and easy to open a FB or a Twitter account, it requires energies and efforts to handle it. And that’s not enough: you also need to wise and patient to discuss with your followers of FBfirends, some of which can be in some way hostile. A young guy, a computer wizard, is not what you need: you need someone who’s able to communicate and manage complicated situations.
Patrizia Pepe, a new fashion brand, wasn’t prepared to face such a trial: having published a picture of what looked like an anorexic model, they weren’t able to handle the wave of complaints who overwhelmed their social media account. Instead of trying to discuss they started to attack readers, being very aggressive and hitting them sentence like “you don’t understand”, “you just want to provoke” and so on.
This is a clear example of what you must not do in approaching the net.