Riprendo su questo blog un tema che mi è molto caro è che ho
sviluppato qui
sul blog dedicato all’export , il tema è quello del consulente: se e come
può essere utile, che cosa aspettarsi e che cosa invece non pretendere o ipotizzare.
Uno dei più bei libri sulla consulenza, che consiglio di
leggere a tutti sia imprenditori sia consulenti, è Getting
naked di Patrick Lencioni (seguito a ruota da un altro testo del
medesimo autore The
Advantage spiega con chiarezza che ciò che ci si debba attendere da un
consulente è la messa in discussione del modello attuale, non per il gusto di
giudicare il lavoro svolto, ma per verificare la possibilità di percorrere
nuove strade. Di prendere il volo.
Se nel post
precedente, che ho citato poco sopra, discutevamo della formula del
consulente, qui vorrei affrontare un nuovo tema, cioè come faccio a valutare un
consulente e che cosa mi posso aspettare da chi si propone come promotore di
crescita e di profitti.
Personalmente diffido profondamente dal professionista, o
dallo studio, che arriva convinto di possedere la verità e con una voglia matta
di spiegarti che cosa hai sbagliato fino a quel punto.
Sono convinto che il mio ruolo sia quello di aiutare
l’imprenditore a fare due passi indietro ed esaminare la sua realtà con occhi
diversi, a non rimanere prigioniero del suo sogno, della sua creatura. A
smettere di dire “abbiamo sempre fatto così” “il nostro mercato è differente”
“i nostri clienti non lo acceteranno mai”.
Diffido di chi non ascolta e ancora di più diffido di chi
non sa fare domande. A mio parere la forza di un consulente sta nel fare la
domanda giusta che impone la riflessione.
E come riconosco se la domanda è giusta? Da due
caratteristiche fondamentali
innanzitutto fa male,
va a toccare una zona fuori dal mio confort , la povere che di solito
nascondo sotto il tappeto;
non mi permette di
rispondere subito, non ne conosco la risposta, sono costretto a riflettere,
a pensare. Spesso a ripensare qualche cosa che faccio.
E, se vogliamo essere pignoli, possiede un’altra
caratteristica fondamentale:
non me l’ha mai posta
nessuno prima d’ora!
E voi che cosa ne pensate?
Prima di chiedere, come promesso ecco che cosa aspettarti da
un consulente di strategie di crescita.
- Mi costringe a riflettere sul mio modo di gestire il mercato
- Mi obbliga a riprendere in esame la relazione con il cliente
- Mi stimola a uscire dalla scatola del “il mio prodotto è ottimo”.
- Mi impone di ragionare su cosa io realmente intendo ,e soprattutto come il mercato definisce parole trite come
Qualità
Servizio
Eccellenza
Innovazione
Creatività
Dinamicità
- Mi trasporta dal mondo dei costi a quello dei ricavi
- Mi impone di considerare dei cambiamenti che non aveva neppure sospettato
- Mi suggerisce soluzioni con un basso tasso di investimento.
E poi? Che cosa altro dovrebbe fare?
1 commento:
Giustamente mi fanno notare come possano essere importanti anche le referenze. E sopratutto i successi ottenuti.
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