Mi scrive un amico, girandomi una
mail ricevuta via Linkedin: “è arrivata anche a te? Interessante!”.
Sì, interessante: Susanna si propone
come assistente di direzione virtuale. Mi piace per diversi motivi: la
creatività, l’intraprendenza, il cogliere il momento del mercato, il provarci.
Non fermarsi a piangere –immagino una storia lavorativa finita- ma valorizzare
le proprie competenze e essere innovatori. Per lo meno per il mondo italiano.
La contatto e le chiedo di
raccontarmi di sé.
Ne viene fuori davvero un bel quadro
che mi piace condividere con voi.
Ci spiega meglio la sua professione?
L’assistente virtuale (AV) è una
libera professionista che fornisce servizi online e offline, sulla base delle
proprie competenze, lavorando da remoto (da casa, dal proprio ufficio) e
utilizzando programmi e piattaforme accessibili dal web
Come le è venuta l’idea?
Ero venuta a conoscenza di questa
professione leggendo su internet l’intervista di una ragazza italiana
trasferitasi in Argentina che fa l’AV da diversi anni e la cosa mi aveva
incuriosito, ma, in quel momento, avevo il mio lavoro e non ho approfondito più
di tanto. Poi, qualche mese fa, mi sono ritrovata con una lettera di
licenziamento in mano ed ho deciso che, visto che dovevo cercarmi un altro
lavoro e di questi tempi è un’impresa, tanto valeva buttarsi in un’impresa più
grande: costruirmi la mia attività in proprio.
A chi è rivolta? Penso sia ai clienti
sia alle potenziali colleghe o…. concorrenti?
Dipende dai servizi che si intendono
offrire. Per quel che mi riguarda, avendo io un’esperienza soprattutto come
Executive/Personal Assistant di figure del top management aziendale, mi rivolgo
soprattutto a imprenditori, liberi professionisti, proprietari di piccole/medie
aziende che hanno necessità di avere un aiuto, un supporto nel mandare avanti
la loro “routine” quotidiana, ma che per diversi motivi non possono permettersi
una persona fissa che lo faccia. Quando parlo di “diversi motivi” mi riferisco
a ragioni economiche (io sono stata licenziata per quello), ma anche a ragioni
di tempo impegnato e pagato. Mi spiego meglio: una dipendente può essere
assunta per lavorare part time o full time (80 /160 ore mese), ma se non vi è
lavoro tale da occuparla per tutto quel tempo deve comunque essere pagata, di
conseguenza, facilmente si rinuncia alla persona. Una AV invece lavora per il
tempo necessario, quindi può essere contrattata per 20/40/50 ore mese, dipende
dalle esigenze del Cliente.
Ho lavorato anche per blogger e
giornalisti di testate on line, preparando i testi per i loro post/articoli,
chiaramente con le informazioni da loro fornite.
Paradossalmente, le potenziali
colleghe sono anche concorrenti, nel senso che un’assistente che lavora fissa
in un ufficio può, di punto in bianco, mollare tutto e diventare AV. Tuttavia,
credo che ci possa essere spazio per tutte e questo dipende soprattutto dai
potenziali Clienti che devono “capire” fino in fondo questa professione e
approfittare dei vantaggi.
Un lavoro fatto a distanza? Un’idea
per valorizzare anche le mamme?
Sicuramente ! Le mamme, le casalinghe
anche, purché ci sia una professionalità da offrire.
Quali i vantaggi di affidarsi a una
assistente virtuale a distanza?
Sono parecchi: cominciamo da quello
economico, che è il più importante. Come ho già detto, una AV è una libera
professionista, quindi NON E’ una dipendente o una telelavoratrice. Ciò
significa che, da parte di chi decide di affidarsi ad una AV, non esistono
obblighi di versare i contributi, pagare straordinari, ferie, malattia, ecc.:
si pagano solo le ore effettive di lavoro svolto e i servizi concordati. Altri
vantaggi:
non è necessario fornire l’ufficio,
il PC, i software, le licenze, il telefono perché una AV ha già tutto quanto di
suo;
non vi è un tempo limite per lavorare
con una AV: può essere contrattata per un pacchetto di ore, per un progetto,
per un evento
Come si fa a diventare assistente
virtuale?
Ci si lancia ! Che non è una battuta,
ma è proprio ciò che si deve fare, il primissimo passo. Bisogna essere
consapevoli di volerlo fino in fondo e di non arrendersi alle difficoltà, che
non sono poche, soprattutto qui in Italia, dove la figura che non lavora in
ufficio è guardata ancora con un certo sospetto. Una volta convinti di voler
proseguire, basta farsi affiancare da un bravo commercialista che consiglierà
il regime fiscale migliore per l’ azienda, aprire la Partita IVA, dotarsi di un
PC e partire con il proprio sito internet…senza quello non c’è storia !
Inoltre, io ho avuto la fortuna di “imbattermi” nel Primo Corso in Italiano per
Assistenti Virtuali e mi sono iscritta subito: per 3 mesi ho seguito le lezioni
in webinar, quindi senza spostarmi da casa, e mi si è aperto un mondo ! Perché,
è inutile, in Italia, sotto certi aspetti, siamo veramente ancora agli
antipodi…
Che prospettive ha una ragazza che
intraprenda questa professione?
La prospettiva di poter fare un
lavoro che da sicuramente molte soddisfazioni, poter gestire la propria vita
senza lo stress tipico di chi deve invece viaggiare e trascorrere buona parte
della giornata seduta in un ufficio, può imparare moltissime cose nuove messe a
disposizione dal web, può decidere la propria formazione, la propria crescita
professionale. Questa professione è nata 15 anni fa ca. negli USA dove è
diffusissima (ora anche in Sud America, oltre che in tutti i Paesi anglofoni),
tanto che, al giorno d’oggi, esistono aziende fatte solo di personale virtuale
(il commercialista, l’avvocato, il fiscalista, ecc)
È un lavoro anche per… maschi?
Ma certamente ! Proprio perché un ‘AV
mette a disposizione le proprie capacità, questa attività può spaziare nei
campi più diversi. Per esempio, esistono numerosi AV maschi che lavorano come
informatici, molti di loro sono indiani (dell’India) e sono anche quotati molto
bene.
Come fa per promuoversi? Come riesce
a sfruttare la rete per aumentare il suo giro di affari?
Sono partita con il mio sito
internet, ho creato il mio blog per far conoscere e capire come “funziona”
questa attività, ho creato il profilo aziendale nei Social Media, ho contattato
direttamente alcuni persone che ho valutato essere il mio target di Clienti,
adesso ho iniziato la pubblicità pay per click. Premetto che comunque io faccio
questa attività ancora da poco tempo, ma è indispensabile lavorare per avere
una (valida) web reputation, è grazie a quella che il giro di affari potrà
aumentare. Il famoso “passaparola” non è mai stato così indispensabile come in
questa professione!
Lei che ha avuto una idea così
creativa, che consigli può dare a delle giovani che cercano lavoro oggi?
Di non fermarsi e pensare solo “oddio
non trovo lavoro”, ma di espandere i propri orizzonti, le proprie vedute, di
credere nelle proprie idee, anche se questo vuol dire lasciare delle certezze
(la “zona di comfort”) per affrontare qualcosa di cui si sa poco o niente. Può
anche essere che vada bene !
E se, tra queste giovani, qualcuna
volesse intraprendere la professione di Assistente Virtuale e iscriversi al
“Primo corso in Italiano per AV” può trovare il link sul mio sito.
Ecco come Susanna si presenta
Susanna Vai- Vivo nella campagna
pavese con mio marito, mio figlio, un cane e due gatte. Ho alle spalle studi
linguistici e una pluriennale esperienza professionale la maggior parte della
quale dedicata ad assistere figure manageriali di alto livello. Ho un carattere
irrimediabilmente ottimista e questo mi ha permesso di compiere passi che, per
alcuni, possono essere considerati…sconsiderati! Per esempio, lasciare un
lavoro a tempo indeterminato per lanciarmi nel lavoro interinale che ho fatto
per 6 anni. Ora, ma questa volta per cause di forza maggiore, l’ho rifatto e mi
sono costruita (anzi, diciamo che è ancora in costruzione) la mia attività di
Assistente Virtuale.
Ho diversi hobbies, ma un’unica
grande passione: la cucina.
Ed ecco dove la potete trovare