Negli ultimi due post abbiamo ragionato insieme su come sia
possibile affermare la propria affidabilità “mettendoci la faccia”. Nel primo
post partendo da quanto di recente ha proposto Eataly, nel secondo
mostrando perché funziona e quali sia l’effetto che produce sul mercato. In
questo terzo post sul tema cercheremo di riflettere su come sia possibile
farlo. Ovviamente in rete, dove l’investimento è decisamente ridotto e può
produrre un largo effetto.
La domanda è: quali sono i requisiti per poter scegliere
questa strategia?
Sicuramente non è riservato solo alle aziende che si
rivolgono ai clienti finali, ma anche –e per certi versi soprattutto- a quelle
che lavorano nel mondo del B2B. perché è soprattutto qui che conta uscire
dall’anonimato e dare un volto, un sorriso, a quella firma sulle mail o alla
voce al telefono.
Per mostrare l’affidabilità, e la capacità di prendersi
cura, di una impresa che lavora con altre imprese quello che mi giocherei è la faccia di tutti:
dal titolare all’operaio, dall’amministrativo al direttore commerciale.
È quello che hanno fatto su Pinterest alcune aziende:
Mara
srl ad esempio, una azienda meccanica del vercellese che ha seguito i
consigli di Massimo Benedetti (vi rimando al
suo interessantissimo blog) o la già citata Gran Brianza che ha dato voce così
ai suoi dipendenti.
Anche BNL
ha fatto una scelte analoga utilizzando sempre il social network delle fotografie.
Una foto e un breve testo di accompagnamento sono un buon
punto di partenza per raccontare se stessi, mettersi in gioco.
Se poi potete farlo con un video, ancora meglio . I due film
di Gran Brianza li trovate nel canale YouTube del
salumificio di Sirone.
Altri affidano il messaggio al proprio sito, come esempio
riporto Luxottica
La campagna più centrata, analizzata da quest’angolatura, mi
sembra quella della Chiesa Cattolica Chiedilo
a loro, che associa al metterci la faccia lo storytelling che rende ancora
più forte e credibile il messaggio e cementa l’affidabilità.
Hanno fatto una scelta analoga le scuole
Faes che per promuovere il loro Open Day hanno dato voce ai personaggi del
loro mondo, e in
meno di un minuto catturano l’attenzione con simpatia e coraggio.
Un modo alternativo per far conoscere la propria serietà è
quello di dare voce ai propri
clienti che a loro volta si mettono in gioco per attirare i loro clienti. Ecco
come Gran Brianza dà voce ai propri dettaglianti per far conoscere
l’affidabilità di entrambi verso i clienti finali.
Lasciar parlare i clienti ha una forza doppia, perché il
cliente per accettare l’invito e spendere la propria parola, deve veramente
essere soddisfatto e non avere paura di testimoniare quanto sia felice di
lavorare con l’azienda in questione. E dimostra anche di non temere che il suo
fornitore partner sfrutti tutto ciò per allentare la tensione sul servizio di
qualità o per aumentare i prezzi!
Quali altri modi si possono utilizzare per “metterci la
faccia”? Non parlo qui tanto di mezzi web, c’è solo l’imbarazzo della scelta
anche se evidentemente quelli che hanno maggiore impatto, a mio parere, sono i
video e le fotografie con breve testo.
Mi riferisco ad altre possibilità di messaggio. E non penso alla
salita in campo di Imprenditori come Giovanni Rana o Francesco Amadori per
citarne due.
Avete delle idee? Quali sono le vostre esperienze?
Nessun commento:
Posta un commento