domenica 15 novembre 2015

La lezione del rugby: i rituali



La lezione del rugby: i rituali

I rituali fanno parte del rugby forse più che in qualsiasi altro sport, e non sono aspetti di poco conto. Sicuramente il più famoso è rappresentato dalla Haka,  la danza tipica del popolo Maori, l'etnia originaria della Nuova Zelanda, spesso considerata semplicemente, ma erroneamente, una danza di guerra. Nel suo libro Maori Games and Haka, lo studioso Alan Armstrong descrive la Haka così: “La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi... tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l'esultanza, o il disprezzo contenuti nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Maori, questa complessa danza è l'espressione della passione, del vigore e dell'identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell'anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti”. È comunque un rituale che cerca di impressionare, come si può ben vedere dall'esibizione degli All Blacks: si roteano e si spalancano gli occhi, si digrignano i denti, si mostra la lingua, ci si batte violentemente il petto e gli avambracci, si dà quindi un saggio di potenza e coraggio, che si ricollega allo spirito guerriero dei Maori. Gli stili di danza sono numerosi e si devono principalmente alle varie interpretazioni date da tribù maori diverse e ai differenti rituali durante i quali la danza viene ripetuta:
Ka Mate
Una delle versioni più celebri è la Ka Mate, il genere di Haka tipico degli All Blacks, che ripetono ad ogni partita, dopo gli inni nazionali, per intimorire gli avversari. La Ka Mate è un tipo di Haka molto corto, interpretata quando ci si sente bene e lo si vuole esprimere in modo libero.
Peruperu
La Peruperu è, invece, una variante di Haka tipica di guerra ed è caratterizzata da un salto alto, a gambe ripiegate, alla fine del rituale.
Kapa o Pango
La Kapa o Pango è stata inventata dagli All Blacks per le occasioni speciali. È stata creata insieme ad un gruppo di esperti delle tradizioni maori. Più che sostituire la Ka Mate, questa Haka la completa. È considerata molto più aggressiva della Ka Mate e con un più spiccato senso di sfida agli avversari.
Altre squadre di rugby propongono danze simili: la Kailao (Isole Tonga), la Siva Tau (Isole Samoa), la Cibi (Isole Fiji), un misto delle tre dai Pacific Islanders (rappresentativa che unisce i migliori giocatori delle tre nazioni isolane).
La Kailao è una danza di guerra importata a Tonga dalla vicina isola di Wallis.
La danza viene solitamente eseguita durante le cerimonie pubbliche e private. Gli uomini, portando in mano dei bastoni stilizzati chiamati pate kailao, danzano in un modo feroce che imita il combattimento, con l'accompagnamento di un tamburo o di una percussione metallica che stabilisce il tempo. Diversamente da molte altre danze tongane, la Kailao viene eseguita senza cantare. La Sipi Tau, eseguita dalla nazionale di rugby delle Tonga prima di una sua partita, è una forma di Kailao.
La Siva Tau è la danza di guerra che compiono i giocatori della Nazionale samoana di rugby prima di ogni partita. La Siva Tau è il corrispettivo della più famosa 
Haka neozelandese.
La Cibi è una danza di guerra delle isole Figi, eseguita prima o dopo una battaglia. La sua origine è nella piccola isola di Bau, al largo della costa orientale dell'isola principale Viti Levu. Le origini della Cibi risalgono all'epoca delle guerre del paese con i loro vicini del Pacifico e durante i conflitti intertribali. È venuta alla ribalta da quando è stata eseguita dalla nazionale di rugby delle Figi prima di ogni partita.
Nel 1939 quando le Figi si preparavano per il loro primo tour della Nuova Zelanda, il capitano, George Cakobau, pensò che la sua squadra dovesse avere una danza di guerra corrispondente alla Ka Mate degli All Blacks. La sua squadra adottò la Cibi e diventò l'unica squadra a rimanere imbattuta in un tour completo della Nuova Zelanda. Ma non solo danze, anche raggruppamenti a circolo per caricarsi, o giocatori delle due squadre insieme, sempre a circolo, a pregare o commemorare qualcosa, o il buttarsi a volo d’angelo per segnare una metta (anche quando non è necessario) possono far parte di questi rituali a volte consueti, altre volte fuori programma.

Il Rugby e la formazione manageriale

Far parte di un’azienda vuol dire accettare le sue regole, i suoi valori la sua cultura, la condivisione degli obiettivi e dei processi e non ultimo anche i rituali che la caratterizzano. Alcuni rituali sono automatici: andare in mensa insieme, stabilire le modalità dei break, adottare un linguaggio comune. Ma in azienda conta sempre la logica del profitto e pertanto il suo perseguimento o la necessità di adeguare le risorse porta ad un elemento: il cambiamento.
Ma gestire il cambiamento non facile:
§  Occorre spiegare nel miglior modo possibile la natura dei cambiamenti
§  Bisogna essere in grado di gestire le obiezioni derivanti dal cambiamento stesso
§  È importante stimolare ed ottenere suggerimenti e collaborazione per rendere il cambiamento più agevole
§  Sapersi garantire l’impegno dei collaboratori affinché il cambiamento vada a buon fine
Una volta incorporato il cambiamento nella cultura aziendale si può ripristinare la logica dei rituali e verificare i progressi fatti.


THIS IS RUGBY



Roberto Rade
Esperto consulente formatore nel campo della vendita, si pone come partner dei clienti per aiutare la forza vendita a sviluppare competenze sempre più capaci di fare la differenza La metodologia con la quale si sviluppa ogni attività d’aula segue i più moderni schemi di apprendimento del Behaviour Modelling. Le tematiche oggetto di interventi consulenziali e formativi, che per la maggior  parte dei casi sono costruite ad hoc seguendo le specificità del settore di appartenenza, comprendono:

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