Design Italian Shoes, ovvero
DIS. Un’idea entusiasmante nata nelle Marche da giovani imprenditori che
vogliono rompere con l’antico per rilanciare la tradizione. Non è un paradosso né
un gioco di parole, ma un’affascinante avventura che mostra come sia possibile usare
al meglio le nuove tecnologie per rilanciare la forza dell’esperienza e della
qualità creativa italiana.
Di loro hanno parlato TGCom24, RaiWorld, il CorriereInnovazione e molti altri.
Andrea e Francesco Carpineti
sono alla base, insieme all’esperto di nuove tecnologie Michele Luconi, di
questa storia proiettata nel futuro: vendere nel mondo scarpe fatte su misura
attraverso la rete. La scelta di puntare sulla novità, oltre all’uso estensivo
delle possibilità offerte dal web per proporsi e cercare clienti, arriva fino
alla ricerca di finanziatori diffusi, il cosiddetto crowdfunding, per uno
specifico progetto –quello di un portale… speciale (lasciamo un po’ di
mistero). Volete più dettagli? Li
trovate qui.
Da dove nasce la vostra idea?
DIS nasce dalla volontà
di innovare il settore tradizionale della calzatura made in italy. In
particolare è nata da una chiacchierata in spiaggia con mio fratello Francesco
dopo la lettura del libro "Business Model Generation". Abbiamo voluto
unire la tradizione all'innovazione, portando tanti piccoli artigiani che
realizzano scarpe a mano ma non hanno la capacità di internazionalizzarsi sul
web. Il tutto con una nuova esperienza d'acquisto per il cliente finale. Ognuno
infatti può creare la propria scarpa personalizzata tra oltre 45 milioni di
combinazioni grazie al nostro configuratore 3D.
Ritenete che ci sia un mercato per prodotti di lusso
come i vostri?
DIS si posiziona in una
fascia medio-alta e vuole rendere il made in italy personalizzato alla portata
di molti. Il nostro non può ancora essere considerato un prodotto di lusso ma
di nicchia sì. L'idea nasce proprio per lavorare con tante piccole nicchie
sparse per il mondo.
In che modo vi ritenete differenti da altri stilisti
esistenti?
Nessun brand made in Italy
offre il servizio di personalizzazione via web. Inoltre la nostra varietà è
unica a livello mondiale anche rispetto ai nostri competitors. Per questo siamo
unici rispetto agli altri.
Qual è il profilo del vostro cliente ideale?
Amante della scarpa e
del vestire, con una fascia di età tra i 30 e i 55 anni, benestante.
In che modo state sfruttando la rete per farvi
conoscere anche all’estero?
DIS ha sviluppato il
suo business prevalentemente online. Stiamo facendo un piano integrato tra
digital pr e advertising tramite facebook e google.
La scelta di vendere solo on-line non è azzardata? in
che modo pensa possa valorizzare il vostro brand?
Vendere online ti
permette di raggiungere facilmente tutto il mondo. E' come avere un
negozio in ogni città mondiale. Siamo consapevoli che il business ha bisogno
del canale tradizionale. Per questo stiamo proponendo il nostro servizio di
personalizzazione a boutique selezionate, dove il cliente potrà vivere
un'esperienza d'acquisto completa ed unica.
Che cosa spinge a lanciarsi in una nuova avventura
come quella che state vivendo?
La voglia di creare
qualcosa che ti appartiene e soprattutto di contribuire al rilancio del nostro
distretto della calzatura, dove stiamo correndo il rischio di perdere le nostre
maestranze.
Come può un giovane oggi decidere di “startuppare”?
Che cosa consiglia a chi sta pensando a questa opportunità?
Tre consigli per uno
startupper: validate la vostra idea sul mercato; procedete a piccoli step;
trovatevi sin da subito un team
Che cosa consiglia a chi si sta lanciando
nell’avventura dell’export sull’uso della rete?
Di prevedere un budget
dedicato a questa attività. Se si pensa che per vendere online è sufficiente
creare un sito internet è meglio non iniziare per niente. Il web sta diventando
sempre più affollato e la concorrenza è sempre più sfrenata. Quindi occorre
strutturare un piano di digital marketing completo, con budget dedicato.
Quali errori uno startupper non deve commettere?
Di focalizzarsi troppo
sulla sua idea credendo che sia l'idea del secolo. Ognuno sentiamo la nostra
startup come una "figlia", bisogna però avere la lucidità di mettere
in discussione tutto, sopratutto nella fase iniziale, e la forza di ammettere
magari che la nostra idea è sì una buona idea ma non è un'idea interessante per
il mercato.
Che cosa invece non deve trascurare di fare?
Insisto, validare
l'idea sul mercato. Sono i clienti a decretare il successo di un'idea.
Che cosa state facendo per rendere unico il vostro
brand e comunicarlo nel modo corretto?
Stiamo cercando di
rendere sempre più l'esperienza di acquisto unica.
Che importanza ha il marketing nella vostra strategia?
E' fondamentale. La
gran parte del nostro budget è speso in iniziative di marketing.
I progetti per il 2016?
Effettueremo il lancio
del servizio per la donna e oltre alle scarpe classiche sarà possibile
personalizzare anche le sneakers. Naturalmente, tutto 100% Made in Italy come confermato dal marchio che lo assicura!
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