Incontro insieme al mio cliente principale un loro
rivenditore olandese. Una grande impresa retail, un cash and carry di lusso:
pensate a quello che è Metro per l’Italia. Solo che invece di vendere ai bar e
alle piccole imprese, Hanos vende ai ristoranti stellati e compagnia bella.
Prendi il carrelone da grandi spere e lo riempi con la carne
di Kobe, il caviale più pregiato, la Brià di Gran Brianza.
Discutiamo su come sia possibile rafforzare ancora la
collaborazione, già molto consolidata.
E scopri che ciò che più gli interessa non è tirare fuori
dal cappello nuovi prodotti, sì anche, certamente un negozio che può vantare
una fama tale per cui in Olanda si dice “se non ce l’ha Hanos non esiste” è
sempre alla ricerca di novità.
Ma quello che ti chiede è… storytellng.
Spiega che nonostante abbiamo 14 punti vendita nel Benelux
(parola magica che mi ricorda la mia infanzia e le prime lezioni di geografia)
la maggior parte dei clienti compera on-line e bisogna dare loro ottimi motivi
per farlo.
Non solo, bisogna anche che abbiano materiale per poter
creare piatti che soprendono e che permettono una narrazione.
L’essere prodotto eccellente, come sono quelli che Gran
Brianza offre loro, è condizione necessaria non sufficiente.
Alla fine ti accorgi sempre che il prodotto oggi non basta
più.
Se non parli la lingua del mercato non riesci a farti
sentire.
E questa lingua si chiama più che mai marketing.
p.s. nella foto il punto vendita di Alessandra Politi a Morbegno, in via Mazzini, un dettagliante che ha capito il potere del marketing. Complimenti!
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