Rosemarie Caglia è sempre stata all'avanguardia: le sue idee sono sempre state capaci di creare novità e offrire opportunità nuove.
All' inizio del millennio fu sua intuizione quella di valorizzare il ruolo del Travel Manager nelle imprese, trasformandolo da "operaio delle prenotazioni" per i colleghi, in stratega del Business Travel. Dopo alcuni focus group nei quali si studiava questa nuova professionalità si passò a dei veri e propri Master in TravelManagement ai quali fui onorato di contribuire.
Oggi, dopo una prestigiosa carriera, Rosemarie ha scelto di puntare su una novità: e lancia Travel for Business, un portale che presto diventerà community per sostenere i "viaggiatori seriali" delle PMI, gli artigiani, i professionisti, gli imprenditori ed aiutarli a spremere il loro viaggio.
Viaggiare per affari e sopratutto fare affari viaggiando: questo il mondo del quale Travel For Business, che già dispone di una pagina LinkedIn, una pagina Facebook e un account Twitter, vuole raccontare. I primi articoli sono già molto interessanti, non solo le interviste a viaggiatori famosi, come la giornalista Paola Bacchiddu, ma anche i suggerimenti su come fare network in viaggio e in particolare negli USA.
Ecco cosa ci racconta Rose a proposito di questa sfida.
Perché ti sei lanciata in questa nuova avventura dopo tanti anni di
successi nel mondo del business travel?
Qualcuno potrebbe definirlo
b2, biforcazione biografica, che è l’atteggiamento di chi - a un certo punto
della vita - dà un calcio alla routine per cercare la propria strada. Io la
chiamo semplicemente “passione” per i viaggi d’affari e la nuova strada che ho
intrapreso è stata un prosieguo naturale delle esperienze significative che ho
avuto negli ultimi 20 anni.
Ho analizzato il
mercato, osservato i trend e ho voluto offrire le mie conoscenze a chi è
impegnato in prima persona a viaggiare per lavoro, a chi occupa molto spesso il
suo tempo professionale, ma anche personale, in trasferta.
L’idea di creare Travel for business, la prima community dei viaggiatori
d’affari, ha proprio l’intento di mettere a fattor comune le competenze di chi
si muove per fare business nel mondo, e condividere la consapevolezza del
singolo perché diventi patrimonio condiviso per molti.
Hai parlato di mercato
e nuovi trend. A che cosa ti riferisci esattamente?
Da tempo si osserva
un radicale cambiamento nel settore, non solo negli aspetti economici, ma
soprattutto per i numerosi strumenti tecnologici che hanno mutato la travel experience.
I consumatori richiedono sempre più un’esperienza di viaggio personalizzata,
sebbene di rado riescano a individuare, da parte dei fornitori finali del
servizio, soluzioni che siano davvero interessanti e appropriate alle loro
esigenze.
I viaggiatori vengono subissati da informazioni
pubblicitarie e messaggi che spesso finiscono nel cestino o addirittura, nel
70% dei casi, arginati da programmi di antispam o sistemi che bloccano
l’advertising sui dispositivi mobili.
Se da un lato non si
apprezzano più le pubblicità massive e i messaggi apparentemente senza un fine reale
(anzi: si diffida di chi non dichiara i suoi obiettivi), c’è però oggi una
popolazione di viaggiatori nuovi e più consapevoli che si dichiara disponibile
a partecipare le proprie esperienze con altri e in qualche modo vuol fare del proprio patrimonio personale un patrimonio condiviso.Sono convinta che
anche questo sia un aspetto evolutivo dellasharing
economy culture, assolutamente in linea con il progetto di Travel for
business che avevo in mente con l’obiettivo, appunto, di far incontrare i
viaggiatori d’affari per condividere esperienze di viaggio e opportunità di
business; in pratica viaggiare per
affari ma anche migliorare e apprendere
come essere più produttivi quando si viaggia per affari.
I business
traveller, sia che viaggino per una grande azienda o per una piccola realtà,
vogliono e pretendono informazioni certe, concrete e realistiche, che derivano
proprio dall’esperienza di persone simili a loro. Il valore di Travel for
business sta proprio nel fatto che le testimonianze raccolte sono indipendenti
e imparziali, che il sito è attento a non cadere nelle logiche condizionate di marketing
né nelle scelte di business basate esclusivamente (o quasi) sul posizionamento
di offerta nei motori di ricerca o sulla forza di alcune categorie di
fornitori.
Quindi Travel for
business è un nuovo modo di fare informazione nei viaggi?
Travel for business
vuole, in primis, essere il punto di riferimento dei viaggiatori d’affari perché
mette a disposizione informazioni aggiornate e soprattutto condivise da altri
viaggiatori che conoscono le esigenze di chi si muove per lavoro e sanno cosa
raccontare e “insegnare” agli altri.
Travel for business è dunque informazione ma anche community. Uno spazio virtuale che diventa
patrimonio di tutti i viaggiatori d’affari e che ha lo scopo di aiutare e
consigliare le persone a muoversi meglio nel fare business in giro per il mondo.
Perché è proprio
dalle esperienze messe in comune che si impara a conoscere meglio una
destinazione, una cultura, una soluzione e perché no, anche un’opportunità segnalata
da chi è stato prima in un certo posto.Un punto d’incontro per approfondire,
scambiarsi opinioni e suggerimenti e magari allearsi nello sviluppo di nuovi
mercati, di particolari business.
Perché Travel for
business permette proprio di far incontrare persone con affinità professionali
esplicite, che non hanno solo bisogno di sapere come muoversi in certi Paesi,
ma anche come muoversi in certi contesti di business per affinare le proprie
capacità di fare affari.
Insomma, con Travel
for business, chi viaggia per affari impara anche come fare affari
viaggiando.
Di che cosa hanno bisogno oggi gli artigiani, i professionisti, le piccole-medie imprese che viaggiano per affari?
Le istituzioni, le
camere di commercio e le organizzazioni stanno facendo moltissimo per
facilitare le PMI italiane nello sviluppo del loro business all’estero. L’Italia,
che ha un grande potenziale con il “Made in Italy”, non è però allo stesso
passo di nazioni europee come Germania e Spagna che hanno, invece, saputo
trovare nella leva dell’export maggiori opportunità. Inoltre, esistono ancora
notevoli limiti sulla capacità di prepararsi adeguatamente al viaggio come opportunità
di fare affari.
A questo riguardo,
e con il contributo dei miei partner, è stata già strutturata una serie di percorsi formativi che,
indipendentemente o in affiancamento a percorsi già avviati, avranno proprio lo
scopo di supportare le piccole medie imprese italiane e gli artigiani a
migliorare la loro efficacia nel viaggio sia nella preparazione sia nel momento
di incontro con potenziali clienti esteri.
L’obiettivo è
offrire loro le conoscenze per cogliere e realizzare più business durante un viaggio
di lavoro: come far fruttare al massimo un evento all’estero, come prepararsi a
una fiera, come presentarsi a un interlocutore estero o più semplicemente come
organizzare al meglio il proprio viaggio e la relativa agenda degli
appuntamenti e degli incontri, e dove incontrare opportunità di business all’estero…Ne
è un esempio il percorso formativo recentemente realizzato di come usare LinkedIn
per espandere le relazioni di business quando si viaggia per lavoro.
Come state promuovendovi on-line?
Travel for business nasce come punto di incontro sul web e
la community può leggere gli aggiornamenti e i suggerimenti sulla pagina www.travelforbusiness.it; è una realtà naturalmente interattiva, i lettori sono
liberi - anzi, sono invitati! – a commentare i servizi e a integrarli. Ma
stiamo dedicando anche una grande attenzione alla comunicazione sui canali
social. Siamo presenti su LinkedIn, Facebook, Twitter e G+. E per ogni Social
offriamo contenuti a seconda dell’interesse e target. Per esempio,su Twitter siamo
molto seguiti dal pubblico americano e più in generale estero. Questo a
dimostrazione che certe logiche di Social Economy sono più avanzate oltre
confine rispetto a quanto avviene nel mercato nazionale. Il nostro canale Facebook
invece è indirizzato principalmente a chi viaggia in senso generale, anche per
piacere, e così può cogliere dai suggerimenti opportunità per migliorare le
future esperienze di viaggio.
Ma qualche estensione al leisure travelling non toglie che
Travel for business nasce per i business traveller ed è quindi il loro portale,
sono loro stessi che ne integrano i contribuiti e contribuiscono a costruirne l’identità
. Così avviene in una community e così sarà sempre più grazie al contributo di
chi diventa TFB Author, Contributor o più semplicemente viaggiatore più
consapevole.
Quali sono i prossimi sviluppi di Travel for business
Oggi, a poco più di un mese dal lancio del portale,
abbiamo già qualche migliaio di viaggiatori d’affari che ci seguono
regolarmente e addirittura il nostro portale è stato proposto in alcune
intranet aziendali per la condivisione e crescita di esperienze della
popolazione viaggiante.
Il nostro obiettivo è sviluppare una formula di maggiore
interazione con i viaggiatori che si muovono per lavoro e offrire via via nuovi
vantaggi che riescano concretamente a tradursi in maggiore produttività quando
si viaggia per affari.
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