lunedì 7 marzo 2016

Nasce Travel For Business: fare affari viaggiando per affari e non solo



Rosemarie Caglia è sempre stata all'avanguardia: le sue idee sono sempre state capaci di creare novità e offrire opportunità nuove.
All' inizio del millennio fu sua intuizione quella di valorizzare il ruolo del Travel Manager nelle imprese, trasformandolo da "operaio delle prenotazioni" per i colleghi, in stratega del Business Travel. Dopo alcuni focus group nei quali si studiava questa nuova professionalità si passò a dei veri e propri Master in TravelManagement ai quali fui onorato di contribuire.
Oggi, dopo una prestigiosa carriera, Rosemarie ha scelto di puntare su una novità: e lancia Travel for Business, un portale che presto diventerà community per sostenere i "viaggiatori seriali" delle PMI, gli artigiani, i professionisti, gli imprenditori ed aiutarli a spremere il loro viaggio. 
Viaggiare per affari e sopratutto fare affari viaggiando: questo il mondo del quale Travel For Business, che già dispone di una pagina LinkedIn, una pagina Facebook e un account Twitter, vuole raccontare. I primi articoli sono già molto interessanti, non solo le interviste a viaggiatori famosi, come la giornalista Paola Bacchiddu, ma anche i suggerimenti su come fare network in viaggio e in particolare negli USA.
Ecco cosa ci racconta Rose a proposito di questa sfida.





Perché ti sei lanciata in questa nuova avventura dopo tanti anni di successi nel mondo del business travel?
Qualcuno potrebbe definirlo b2, biforcazione biografica, che è l’atteggiamento di chi - a un certo punto della vita - dà un calcio alla routine per cercare la propria strada. Io la chiamo semplicemente “passione” per i viaggi d’affari e la nuova strada che ho intrapreso è stata un prosieguo naturale delle esperienze significative che ho avuto negli ultimi 20 anni.
Ho analizzato il mercato, osservato i trend e ho voluto offrire le mie conoscenze a chi è impegnato in prima persona a viaggiare per lavoro, a chi occupa molto spesso il suo tempo professionale, ma anche personale, in trasferta.
L’idea  di creare Travel for business,  la prima community dei viaggiatori d’affari, ha proprio l’intento di mettere a fattor comune le competenze di chi si muove per fare business nel mondo, e condividere la consapevolezza del singolo perché diventi patrimonio condiviso per molti.
           
           Hai parlato di mercato e nuovi trend. A che cosa ti riferisci esattamente?
Da tempo si osserva un radicale cambiamento nel settore, non solo negli aspetti economici, ma soprattutto per i numerosi strumenti tecnologici che hanno mutato la travel experience. I consumatori richiedono sempre più un’esperienza di viaggio personalizzata, sebbene di rado riescano a individuare, da parte dei fornitori finali del servizio, soluzioni che siano davvero interessanti e appropriate alle loro esigenze.
I viaggiatori  vengono subissati da informazioni pubblicitarie e messaggi che spesso finiscono nel cestino o addirittura, nel 70% dei casi, arginati da programmi di antispam o sistemi che bloccano l’advertising sui dispositivi mobili.
Se da un lato non si apprezzano più le pubblicità massive e i messaggi apparentemente senza un fine reale (anzi: si diffida di chi non dichiara i suoi obiettivi), c’è però oggi una popolazione di viaggiatori nuovi e più consapevoli che si dichiara disponibile a partecipare le proprie esperienze con altri e in qualche modo vuol fare del proprio patrimonio personale un patrimonio condiviso.Sono convinta che anche questo sia un aspetto evolutivo dellasharing economy culture, assolutamente in linea con il progetto di Travel for business che avevo in mente con l’obiettivo, appunto, di far incontrare i viaggiatori d’affari per condividere esperienze di viaggio e opportunità di business; in pratica viaggiare per affari ma anche migliorare e apprendere come essere più produttivi quando si viaggia per affari.
I business traveller, sia che viaggino per una grande azienda o per una piccola realtà, vogliono e pretendono informazioni certe, concrete e realistiche, che derivano proprio dall’esperienza di persone simili a loro. Il valore di Travel for business sta proprio nel fatto che le testimonianze raccolte sono indipendenti e imparziali, che il sito è attento a non cadere nelle logiche condizionate di marketing né nelle scelte di business basate esclusivamente (o quasi) sul posizionamento di offerta nei motori di ricerca o sulla forza di alcune categorie di fornitori.

Quindi Travel for business è un nuovo modo di fare informazione nei viaggi?
Travel for business vuole, in primis, essere il punto di riferimento dei viaggiatori d’affari perché mette a disposizione informazioni aggiornate e soprattutto condivise da altri viaggiatori che conoscono le esigenze di chi si muove per lavoro e sanno cosa raccontare e “insegnare” agli altri.
Travel for business è dunque informazione ma anche community. Uno spazio virtuale che diventa patrimonio di tutti i viaggiatori d’affari e che ha lo scopo di aiutare e consigliare le persone a muoversi meglio nel fare business in giro per il mondo.
Perché è proprio dalle esperienze messe in comune che si impara a conoscere meglio una destinazione, una cultura, una soluzione e perché no, anche un’opportunità segnalata da chi è stato prima in un certo posto.Un punto d’incontro per approfondire, scambiarsi opinioni e suggerimenti e magari allearsi nello sviluppo di nuovi mercati, di particolari business.
Perché Travel for business permette proprio di far incontrare persone con affinità professionali esplicite, che non hanno solo bisogno di sapere come muoversi in certi Paesi, ma anche come muoversi in certi contesti di business per affinare le proprie capacità di fare affari.
Insomma, con Travel for business, chi viaggia per affari impara anche come fare affari viaggiando. 

Di che cosa hanno bisogno oggi gli artigiani, i professionisti, le piccole-medie imprese che viaggiano per affari?
Le istituzioni, le camere di commercio e le organizzazioni stanno facendo moltissimo per facilitare le PMI italiane nello sviluppo del loro business all’estero. L’Italia, che ha un grande potenziale con il “Made in Italy”, non è però allo stesso passo di nazioni europee come Germania e Spagna che hanno, invece, saputo trovare nella leva dell’export maggiori opportunità. Inoltre, esistono ancora notevoli limiti sulla capacità di prepararsi adeguatamente al viaggio come opportunità di fare affari.
A questo riguardo, e con il contributo dei miei partner, è stata già strutturata una serie di  percorsi formativi che, indipendentemente o in affiancamento a percorsi già avviati, avranno proprio lo scopo di supportare le piccole medie imprese italiane e gli artigiani a migliorare la loro efficacia nel viaggio sia nella preparazione sia nel momento di incontro con potenziali clienti esteri.
L’obiettivo è offrire loro le conoscenze per cogliere e realizzare più business durante un viaggio di lavoro: come far fruttare al massimo un evento all’estero, come prepararsi a una fiera, come presentarsi a un interlocutore estero o più semplicemente come organizzare al meglio il proprio viaggio e la relativa agenda degli appuntamenti e degli incontri, e dove incontrare opportunità di business all’estero…Ne è un esempio il percorso formativo recentemente realizzato di come usare LinkedIn per espandere le relazioni di business quando si viaggia per lavoro. 

           Come state promuovendovi on-line?
Travel for business nasce come punto di incontro sul web e la community può leggere gli aggiornamenti e i suggerimenti sulla pagina www.travelforbusiness.it; è una realtà naturalmente interattiva, i lettori sono liberi - anzi, sono invitati! – a commentare i servizi e a integrarli. Ma stiamo dedicando anche una grande attenzione alla comunicazione sui canali social. Siamo presenti su LinkedIn, Facebook, Twitter e G+. E per ogni Social offriamo contenuti a seconda dell’interesse e target. Per esempio,su Twitter siamo molto seguiti dal pubblico americano e più in generale estero. Questo a dimostrazione che certe logiche di Social Economy sono più avanzate oltre confine rispetto a quanto avviene nel mercato nazionale. Il nostro canale Facebook invece è indirizzato principalmente a chi viaggia in senso generale, anche per piacere, e così può cogliere dai suggerimenti opportunità per migliorare le future esperienze di viaggio.
Ma qualche estensione al leisure travelling non toglie che Travel for business nasce per i business traveller ed è quindi il loro portale, sono loro stessi che ne integrano i contribuiti e contribuiscono a costruirne l’identità . Così avviene in una community e così sarà sempre più grazie al contributo di chi diventa TFB Author, Contributor o più semplicemente viaggiatore più consapevole.

Quali sono i prossimi sviluppi di Travel for business
Oggi, a poco più di un mese dal lancio del portale, abbiamo già qualche migliaio di viaggiatori d’affari che ci seguono regolarmente e addirittura il nostro portale è stato proposto in alcune intranet aziendali per la condivisione e crescita di esperienze della popolazione viaggiante.

Il nostro obiettivo è sviluppare una formula di maggiore interazione con i viaggiatori che si muovono per lavoro e offrire via via nuovi vantaggi che riescano concretamente a tradursi in maggiore produttività quando si viaggia per affari.

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