Amo scrivere di
coupon, deal e del loro uso. Sarà perché vedo sempre più spesso strategie
così prive di… strategia che questo scatena la mia voglia di suggerire, e un
po’ strapazzare, chi spreca in maniera
così palese una opportunità di far crescere il proprio business.
Sembra questa una caratteristica molto italiana, quasi
impregnata nella conduzione di una micro, piccola o media impresa: reagire alla
prima cosa che si muove, scendere ogni mattina nell’arena per uccidere la tigre
a mani nude nella speranza che non uccida te. Senza pianificare, senza
aspettare, senza avere una linea guida pensata e seguita con ottimismo e
determinazione.
Ma torniamo ai noi, sono un forte utilizzatore di coupon per
ciò che riguarda ristoranti e vacanze (Groupon, Groupalia, Let’s Bonus, PoinX e
via discorrendo) e sempre più spesso vedo che chi li usa sbaglia completamente
il loro utilizzo.
Per cui mi permetto
di suggerirne in due post un uso più accurato e soprattutto più profittevole.
In questo post elencherò tutti gli errori che ho visto
commettere suggerendo quindi COSA NON FARE CON UN COUPON
per avere successo e far crescere il proprio business.
Ecco gli errori che ho visto fare:
1. Considerare
il coupon come un mezzo per fare cassa: è un investimento di
marketing/pubblicità non uno strumento per arrotondare le entrate.
2. Trattare
i clienti del coupon come clienti di serie B, a volte di serie C (un locale in
centro a Milano relegava i clienti su tavolini da bar, senza tovaglia e a un
bambino ha negato del pane perché non era previsto dal deal).
3. Mentire
sulla proposta: cotoletta all you can eat vuol dire che posso chiedertene fin
che voglio non solo un giro, e cotoletta non vuol dire il surgelato riscaldato
nel microonde!
4. Relegare
i couponisti in un’area separata dal locale: se non gli fai vedere che cosa
metti nei piatti di portata come fanno a desiderare di tornare?
5. Non
lasciare il menu del locale sul tavolo dei couponisti: come faranno a sapere
perché dovrebbero tornare?
6. Non
presentare i piatti, ma buttarli sul tavolo come se fossimo alla mensa dei
maleducati.
7. Non
chiedere l’indirizzo email di chi è venuto con il coupon: perché perderti un
cliente potenziale al quale proporre nuove iniziative? Non sai che ciò che
tutti cercano di più è il contatto personale con (potenziali) clienti? Ce li
hai lì, perché non chiedi loro i dati per ricontattarli?
8. Chiedere
di prenotare on line indicando come prima chance le 7.30 e poi far aspettare 45
minuti per iniziare a servire.
9. Non
salutare il cliente couponista che a fine cena esce dal locale.
10. Imporre un
servizio inferiore al cliente couponista rispetto a quello standard, ad esempio
nell’orario di restituzione della camera dell’hotel.
11. Non
rispondere alle mail che il cliente couponista ti invia per ringraziare o
segnalare miglioramenti possibili.
A questi 11 ne aggiungo uno
12. cercare di arrotondare il conto proponendo, senza farlo notare, extra al coupon (una bottiglia di vino? un dolcetto? un liquorino? un bel caffè?) e sparare prezzi fuori logica per rientrare dal coupon a basso prezzo.
È chiaro che gli errori 2 e 3, commessi tra l’altro dal
medesimo locale, costano cari. Non solo infatti quel locale ha perso occasioni
di farsi conoscere, ma… si è fatto conoscere fin troppo bene: ne ho parlato
malissimo con tutti coloro che ho incontrato!
E voi avete altri errori da
segnalare? Altre situazioni imbarazzanti nelle quali vi siete trovati?
Quali sono le vostre storie
negative? Ce le raccontate?
Se poi desiderate leggere tutto quello che io e altri amici
abbiamo scritto su questo tema
a questo link
trovate di fila tutti gli articoli pubblicati e
in
questa pagina una serie di video e di testi che suggeriscono riflessioni su
questa pratica di marketing.