giovedì 27 novembre 2014

La lezione del rugby: il rispetto





Il rispetto è il fondamento di questo sport. Il rispetto delle regole, di se stessi e dell’avversario, sono requisiti fondamentali per un giocatore di rugby. Nel gioco del rugby ogni singolo giocatore, qualunque sia la sua provenienza, fa propri i valori di questo sport diventandone ambasciatore nella vita. Il rispetto delle regole e la lealtà nei confronti dell’avversario fanno sì che le migliori e più solide amicizie per un rugbista nascano proprio in campo inseguendo un pallone ovale.
Anche l’arbitro, contrariamente a quanto avviene in altri sport, gode di un particolare rispetto: per nessun motivo i giocatori contesterebbero una sua decisione o simulerebbero un infortunio, ogni suo provvedimento va rispettato. Rispetto assoluto anche per l’avversario sconfitto. La squadra perdente viene infatti applaudita per aver ben lottato in campo e infine tutti insieme, vincitori e vinti, a festeggiare il terzo tempo.
Il terzo tempo è un rito unico ed universale. Correttezza e rispetto anche tra i tifosi, mai episodi di “tifo contro”. E come i giocatori, anche i tifosi festeggiano a fine partita il loro “terzo tempo”. Quello che succede in campo appartiene e rimane in campo. Gli scontri duri certamente avvengono, ma grazie al rispetto delle regole e la lealtà di ogni giocatore, per quanto aspri, non si trasformano in rancori personali né tra i giocatori, tanto meno tra tifosi. Infatti non sono mai successi dal lontano 1823, anno di nascita di questo sport, scontri tra tifoserie, così come fischiare gli avversari è un gesto estraneo alla filosofia del rugby.



Il Rugby e la formazione manageriale
Compagni di squadra, avversari, tifosi, arbitro: possono essere assimilati ai clienti interni ed esterni di un’azienda. Essere consapevoli che tutto ciò che viene fatto in campo genera soddisfazione o insoddisfazione tra i vari attori.
Il grado di soddisfazione non dipende solo ed esclusivamente da aspetti oggettivi, ma anche, e soprattutto da aspetti emotivi.

Il rispetto è alla base delle relazioni, le buone relazioni creano il giusto clima di fiducia e stima.


THIS IS RUGBY



Roberto Rade
Esperto consulente formatore nel campo della vendita, si pone come partner dei clienti per aiutare la forza vendita a sviluppare competenze sempre più capaci di fare la differenza La metodologia con la quale si sviluppa ogni attività d’aula segue i più moderni schemi di apprendimento del Behaviour Modelling. Le tematiche oggetto di interventi consulenziali e formativi, che per la maggior  parte dei casi sono costruite ad hoc seguendo le specificità del settore di appartenenza, comprendono:

•     Marketing
•     Tecniche di vendita base
•     Vendita complessa e BtoB
•     Tecniche di negoziazione
•     Customer service
•     Comunicazione e relazione
•     Public speaking
•     Time management
•     Leadership
•     Motivazione 
•     Problem solving e creatività
•     Team building e Teamwork
•     Coaching

martedì 25 novembre 2014

Onesta disonestà o coerenza? Che cosa rende di più?




guest post di Lorenzo Buzzetti

Una conoscente mi racconta di avere frequentato un corso di formazione del personale. 
Durante la sessione dedicata alla capacità di relazione con gli altri e al comportamento per rappresentare al meglio la propria azienda il relatore avrebbe pronunciato questa frase :

".....la disonestà è sempre in buona fede...". 

Assegnate voi un aggettivo all'affermazione. 
Sconcertante? 
In linea con i tempi? Coerente con il fine?


In altre parole, se ciascuno è il metro di comportamento di se stesso tutto è lecito. 
Mi rimane la speranza che un magistrato trovi gli estremi dell'istigazione a delinquere e provveda a radiare questa società di formazione dall'albo di categoria. 
Anche la comunità dei cittadini semplici potrebbe fare qualcosa; radiare, almeno nominalmente, l'autore della frase dal genere umano

mercoledì 19 novembre 2014

Mi sei empatico



Guest post by Lorenzo Buzzetti

Empatia, praticarla per conquistare e fidelizzare il cliente. 
Sono stato piacevolmente colpito da un particolare del sito del CDS che esprime in una didascalia il tempo necessario al lettore per leggere un intervento. Come dire, anticipo la sua paura di perdere tempo, le/gli spiego che non ne perderà, evidenzio con trasparenza quanto la/lo tratterrò (e già prima avevo pensato a lei/lui limitando ad un numero di righe utili l'entità dell'intervento). 
Questa buona pratica esiste da alcuni anni ma è poco diffusa e sottovalutata. Alcune ASL stampano sul biglietto della coda all'accettazione i minuti medi di attesa ma sono la minoranza. 
Ne avrebbero bisogno altri servizi pubblici come le italiche poste in cui mi è capitato ancora quest'anno di attendere 40 minuti per ritirare una raccomandata (senza il diversivo di un notiziario diffuso su schermo). 
Un suggerimento analogo potrebbe valere per la GDO:  molti in attesa al banco della rosticceria o simile si ostinano ad aspettare in prima fila (non mi risulta che alcun supermercato stampi sul biglietto il tempo medio di attesa) mentre potrebbero fare tranquillamente altro per alcuni minuti; è lì, ad esempio, che potrebbero sostare i banchi mobili degli assaggi o delle prove di altri prodotti ed è lì che suggerimenti per altri acquisti potrebbero essere veicolati, anche per ingannare l'attesa. 
Chi di noi non apprezzerebbe una calda stretta di mano di un venditore ancora occupato con un altro cliente e che, però, condivide con me e allevia la mia attesa?




Lorenzo Buzzetti è laureato in ingegneria al Politecnico di Milano e ha conseguito il master in tecnologia dell’informazione al Cefriel (Politecnico di Milano). Ha esperienza internazionale in gestione di progetto, maturata nei Paesi in cui, per ragioni professionali, ha vissuto: Francia, Austria, Germania e USA. Ha pubblicato “Analisi comparativa di soluzioni p2p per lo streaming video”, ricerca per Cefriel-Politecnico di Milano e “Impresa e comunità di marca”, all’interno di “La nuova era della comunicazione”

martedì 18 novembre 2014

E tu che tipo di imprenditore sei? Quello che ha successo o quello che...?



Esistono tre tipi di imprenditori, che possono essere descritti utilizzando le frasi che ripetono più spesso:

a) abbiamo sempre fatto così
b) sì, ma...
c) perché no?


I primi sono legati al loro passato, ai successi ottenuti specialmente grazie al prodotto. Perdono quote di mercato, la sera al bar si lamentano con altri come loro “c’è la crisi!” “eh, ma passerà prima o poi”. Non fanno altro che pensare come trovare clienti per i loro meravigliosi prodotti e finiscono a cercare soluzioni per abbassare i prezzi.

I secondi capiscono che qualche cosa di diverso va fatto, ma… c’è sempre un ma, un rischio, un ostacolo, una difficoltà. Perché per fare le cose diverse bisogna cambiare. Ed uscire dalla zona di confort. Magari affidarsi ad un consulente.

I terzi sperimentano, non si spaventano nelle difficoltà, nelle crisi. Specialmente non si spaventano davanti a nuove idee, a strade differenti, a proposte che li portano fuori dal seminato. La loro parola chiave è “sparigliare”.



In questo mondo complesso secondo voi chi di loro avrà successo?

sabato 15 novembre 2014

La lezione del rugby: divertimento



Guest post di Roberto Rade
Divertimento è la ragione per cui giochiamo e quella per cui tifiamo!
È stato detto che tutti gli spettatori possono assistere ad una partita in assoluta tranquillità insieme a tutta la famiglia perché nulla turberà il loro pomeriggio, contrariamente a …
Nel 2011, 82.000 spettatori si riversarono allo stadio di San Siro a Milano per la partita Italia – All Blacks. Io c’ero, ma non ricordo di aver visto nemmeno un poliziotto o un vigile a far servizio pubblico. Si sapeva che non occorreva. È così in tutto il mondo.
Ma oltre a quello del pubblico che si esalta, spesso in modo pittoresco e folcloristico, nell’assistere allo spettacolo sul campo, esiste nel codice etico di questo sport la parola divertimento che talune squadre inseriscono direttamente nella “Mission” della loro associazione sportiva:
Per i giocatori
  • Giocate per divertirvi, rispettando le regole, l’allenatore, l’arbitro, gli avversari e i compagni di squadra collaborando con loro per migliorare voi stessi
Per gli Allenatori delle squadre giovanili
  • Ricordate che i giovani giocatori giocano per il piacere e per il divertimento. Vincere non è il solo obiettivo
  • Create un ambiente sicuro e piacevole nel quale allenare e giocare
Per i Dirigenti
  • Il vostro principale obiettivo è di creare un ambiente sicuro, accogliente e divertente per l'esercizio del rugby e di tutte le attività connesse
Per i Genitori
  • I ragazzi giocano a rugby per il loro divertimento e non per il vostro
  • Durante le partite incitate la “squadra”



Il Rugby e la formazione manageriale
Il divertimento è una componente diretta della motivazione.
Quando si riduce la motivazione aumenta lo stress.
Dopo una meta subita normalmente il capitano chiama a raccolta i suoi compagni di squadra dietro la linea di meta e li incoraggia.
C’è un detto Maori che dice:
“se vuoi aver e fiducia e speranza nel futuro, prima devi guardare indietro così da vedere cosa non ha funzionato”.


THIS IS RUGBY



Roberto Rade
Esperto consulente formatore nel campo della vendita, si pone come partner dei clienti per aiutare la forza vendita a sviluppare competenze sempre più capaci di fare la differenza La metodologia con la quale si sviluppa ogni attività d’aula segue i più moderni schemi di apprendimento del Behaviour Modelling. Le tematiche oggetto di interventi consulenziali e formativi, che per la maggior  parte dei casi sono costruite ad hoc seguendo le specificità del settore di appartenenza, comprendono:

•     Marketing
•     Tecniche di vendita base
•     Vendita complessa e BtoB
•     Tecniche di negoziazione
•     Customer service
•     Comunicazione e relazione
•     Public speaking
•     Time management
•     Leadership
•     Motivazione 
•     Problem solving e creatività
•     Team building e Teamwork
•     Coaching

mercoledì 12 novembre 2014

L'incoerenza dell'imprenditore lo condanna all'insuccesso


Negli affari ci vuole coerenza, difficile pensare di avere successo se manca e se non hai un comportamento lineare.
Non solo con i clienti però. Perché come tratti e giudichi i fornitori impone altrettanta armonia di pensiero e azione.
Contatti un consulente perché fai fatica a farti largo in un mercato in cui ci si ruba i clienti a colpi di sconti, ti lamenti che la tua qualità è ben altro, che tu offri un valore, che le tue soluzioni fanno volare i tuoi clienti.
Capisco.
Lo faccio anche io.
Studiamo un piano che coinvolga la comunicazione, gli strumenti da utilizzare, la formazione per i tuoi uomini, un sito nuovo che parli di come produci guadagni per i tuoi clienti.
Ti mando l’offerta.
Mi chiami, mi chiedi di rendere conto di ogni singola azione, mi dici che vuoi capire minuto per minuto come penso di investire il tempo perché insomma il costo orario che sto proponendo sembra un po’ alto.
Aggiungi che alcuni tuoi collaboratori ti stanno proponendo alternative che costano meno di un terzo di quello che propongo io.

Ecco, è esattamente quello chef anno i tuoi clienti.
È questo che vuoi?
Hai un cugino, un nipote, l’amico di un socio, il figlio di un dipendente che sa fare la stessa cosa e costa il 60% in meno?
Se sei sicuro che ti dia la mia stessa professionalità, accetta subito!  Faglielo fare! E dimostrami che sono un ladro, per averti quotato 3 volte tanto.
Ma poi non lamentarti che i clienti comprano dai “cinesi” di turno.
Tu che cosa stai facendo?

Se ti proponi per vendere un valore, com’è che non sai comperare valore? C’è forse un nesso?

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