1. Se
hai un ottimo posizionamento di marchio, il brand funziona, puoi vendere quello
che vuoi perché innanzitutto i tuoi clienti, anzi i tuoi entusiastici fans
compereranno da te la fiducia;
2. se
hai un brand così il prezzo è una variabile trascurabile;
3. se
hai un brand così puoi vendere qualunque cosa;
4. non
porre confine alle tue idee, dentro un contenitore come questo ci può stare
ogni cosa;
5. osa,
sii un imprenditore “perché no” e sicuramente troverai la strada giusta per
avere successo;
6. spariglia:
qual è il core business di Eataly, la ristorazione o la distribuzione? Il
turismo o la formazione? O semplicemente la consulenza?
7. Impara
a parlare per immagini;
8. Qualunque
parte del tuo business comunica, anche le toilette: impara a farlo anche con la
tua impresa.
Questi
gli otto spunti che ho elencato nel post sul fenomeno Eataly e su che cosa
si possa imparare dalla creatura di Oscar Farinetti.
Delle prime due provocazioni della lista abbiamo già parlato
con questi due post, dedicati appunto al posizionamento e al prezzo.
Oggi diamo spazio al terzo punto
Se hai un brand così puoi vendere qualunque cosa
È una provocazione? Solo in parte. Chiaro che nei negozi
Eataly non si vendono automobili o vestiti. Non ancora almeno.
Ma un negozio che nasce come distribuzione alimentare si è
spinto molto in là.
Nei punti vendita si trovano libri, e non solo di cucina,
proposte turistiche, profumi, saponi e oggetti regalo, corsi di formazione,
oggetti per la casa.
Il punto è che una volta conquistata la fiducia del cliente
non grazie al tuo prodotto ma attraverso il tuo prodotto –e c’è una bella
differenza- è il brand quello che conta.
E lo puoi usare per vendere di tutto.
Già successo peraltro, con le scarpe e l’abbigliamento CAT,
o Ferrari.
Vendere grazie al tuo prodotto, cioè di fatto vendere il tuo
prodotto prima di te, di fatto ti lega al prodotto. Ottenerela fiducia
attraverso il prodotto vuol dire confermare la promessa del tuo brand
attraverso ciò che vendi.
Eatlay nonè un produttore di cibo eccellente, è un garante
della qualità italiana, del benessere dei buongustai. E quindi può vendere ogni
cosa che stia dentro questa immagine.
I negozi sono pieni di cartelli che spiegano come Eataly
scelga, selezioni, si offra come garante dei prodotti. Anche dei libri.
E chiarisce che la sua missione non è vendere cibo, ma far
conoscere la tradizione gastronomica italiana nel mondo. Così i corsi di
cucina, di riconoscimento vino, i viaggi nei luoghi della degustazione, le
scatole regalo per una cena in ristoranti eccellenti si intonano perfettamente
con il messaggio di fondo. E permettono a Eataly di proporre prodotti
apparentemente lontani dal suo punto di partenza.
E noi? Qual è la nostra mission? in che modo ci facciamo
garanti di ciò che proponiamo? Come possiamo allargare la gamma della nostra
offerta? Come possiamo inserire nelle nostre proposte prodotti correlati magari
lontani dalla nostra linea di partenza?
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