Seconda
puntata del post sul fenomeno Eataly e su quanto ci sia da imparare per
condurre al meglio le nostre imprese verso il successo.
All’inizio di questa serie 8 punti chiave che offrono uno
spunto
1. Se
hai un ottimo posizionamento di marchio, il brand funziona, puoi vendere quello
che vuoi perché innanzitutto i tuoi clienti, anzi i tuoi entusiastici fans
compereranno da te la fiducia (di
questo argomento abbiamo parlato in questo post) ;
2.
se
hai un brand così il prezzo è una variabile trascurabile;
3. se
hai un brand così puoi vendere qualunque cosa;
4. non
porre confine alle tue idee, dentro un contenitore come questo ci può stare
ogni cosa;
5. osa,
sii un imprenditore “perché no” e sicuramente troverai la strada giusta per
avere successo;
6. spariglia:
qual è il core business di Eataly, la ristorazione o la distribuzione? Il
turismo o la formazione? O semplicemente la consulenza?
7. Impara
a parlare per immagini;
8. Qualunque
parte del tuo business comunica, anche le toilette: impara a farlo anche con la
tua impresa.
Se hai un brand così
il prezzo è una variabile trascurabile appunto, ma… è vero?
Facciamo parlare i fatti: prodotti venduti a prezzi 3-4
volte superiori a quelli che si trovano in altre catene retail. Un panettone
senza canditi proposto a 12,80 € quando altrove lo trovi a 1-2 €!
Come è possibile?
Non è un fenomeno raro, se pensiamo a tutti i leader di
mercato, da Apple a Nike, da Prada a Ferrari, ci sono brand che possono
permettersi di non badare al prezzo di vendita, dato che trovano sempre clienti
disposti ad acquistare.
Curioso trovarlo nella grande distribuzione. Di nuovo è bene
ricordare che cosa realmente sia Eataly, una promessa di genuinità, un’autorità
nella difesa e proposta del cibo italiano.
Oggi il mercato non è più come una volta diviso per fasce
orizzontali, dove ad una determinata classe di appartenenza corrispondeva una
classe di negozi, prodotti, spese.
Oggi il mercato è obliquo, ognuno di noi ha passioni per le
quali è disposto a non badare a spese, risparmiando su altro. Così c’è chi
compera l’ultimo smartphone, va matto per un televisore da un ettaro spesso un
micron o non può fare a meno di andare in vacanza nella più sperduta isola
dell’Oceano. E poi tira la cinghia su tutto il resto.
Eataly intercetta coloro che amano il cibo più di vacanze,
auto, televisori, tecnologia.
E parla a loro, li rassicura, li coccola.
Sono molti di più di quelli che si pensi visto che i negozi
vanno a gonfie vele.
Qual è la lezione per noi?
Sappiamo chi è il nostro mercato di riferimento?
A chi
sussurriamo?
Chi scegliamo come clienti?
Costruiamo prodotti e soluzioni per
loro?
Oppure andiamo ancora in giro con un prodotto in mano cercando di
venderlo a chi ci passa vicino?
Quale emozione produciamo?
Che cosa vogliamo che dicano i nostri clienti una volta in
possesso del nostro prodotto?
Come comunichiamo loro questa magia?
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