Eravamo quattro amici al bar. In realtà eravamo in sei (chi?
Scopritelo saltando in fondo al pezzo) in pizzeria (un posto eccellente, consiglio: sotto trovate i dati)
ma sembravamo in trentasei.
E se ne parlo è perché la vendita, il marketing, la rete
c’entrano.
Eccome.
Sei consulenti, e potenziali concorrenti, alcuni free-lance,
altri con strutture grandi alle spalle, altri appena lanciati.
Va beh una chiacchierata allora? Sì ma con spunti da condividere.
Utilissimi. Leggere per credere.
Primo: il networking serve. Se è costruito su due pilastri:
la fiducia e la stima.
Che queste sei persone ne avevano: reciproca e solida. E anche con altri si intende, ma non si possono sempre fare i grupponi, le convènscion... meglio pochi alla volta e tutti attenti.
Perché se c'è fiducia e stima, come spiega Patrick Lencioni, allora puoi metterti a nudo, non hai paura a
chiedere, a mostrare gli errori, a farti spiegare. Non fingi se non hai capito.
Non millanti. E gli altri ti possono aiutare.
Impari. Giorno per giorno.
Secondo: serve perché da idea nasce idea, da progetto nasce
progetto: magari in comune, altrimenti come suggerimento, come spunto.
Parlo di un potenziale cliente che vorrebbe tanto esportare,
ma da solo non ce la fa, cerca sinergie. E salta fuori che due dei commensali
sì hanno qualcuno che potrebbe fare al caso, che potrebbe essere interessato.
Non hai paura quando ti fidi: è allora che si fa rete.
Poi si parla di social, è inevitabile: ognuno ha i suoi
gusti e le sue competenze.
Ma di finisce per parlare di Facebook. E qui ho capito le
vere potenzialità. La cifra si direbbe oggi.
Che quando parli di Facebook trovi sempre quello che ti
guarda storto, che ti prende per un bambinone, o per un pedofilo, o un
fedifrago. Comunque uno che cazzeggia, c’ha tempo da buttare via, se non peggio.
Spiegagli tu
che il faccialibro è anche uno strumento di lavoro!
Invece adesso ho trovato la chiave: Facebook è come un bar.
Passi, trovi qualche amico, qualcuno arriva dopo. Sei stanco e hai voglia di
rilassarti? Chiacchieri del più e del meno, di sport, politica, cronaca, ti
sbraghi un po’, ti siedi al tavolo. Poi d’improvviso arriva il momento serio,
si parla di temi non negoziabili, di valori veri. Oppure di lavoro. E hai
proprio voglia di raccontare che cosa ti è successo, che cosa hai scoperto:
invece di condividere un film, un negozio, un ristorante –anzi no, oltre a…-
condividi un articolo, un video, una idea. Ti confidi, cerchi spunti. Ne regali. dal bar ci siamo spostati sui campi da golf americani dove nascono più affari che a Wall Street!
Se sei te stesso, senza falsità, senza eccessi, con
coraggio, con i metterci la faccia, con il metterti in gioco, stai costruendo
la tua brand reputation. Stai mostrandoti per quello che sei come persona e
come professionista. E c’è chi apprezza.
Anche perché oggi, quello che cercano i clienti, è gente di
cui fidarsi, capace d aiutarli a trovare soluzioni che permettano loro di
superare ostacoli e raggiungere risultati. Che poi sono sempre gli stessi. Anzi
lo stesso: fare più profitti. E tu rispondi alla domanda “qual è il tuo
obiettivo” solo se stimi e ti
fidi di chi te la fa. Uno che è capace di sedersi al bar con teorici potenziali
clienti per mettere sul tavolo le idee e imparare con serenità e amicizia.
E secondo voi? Che cosa avete imparato dalla vostra
esperienza sui social che volete condividere?
I sei amici al bar, no non c’era il Padula né il Rudulf né
il Gaina, nessun malnat, ma tutte persone di grande spessore e qualità: ladies
first e in ordine alfabetico
Stefania Boleso,
Raffaella Pierpaoli che merita doppia citazione perché… lo scoprirete
clicando sopra tutti i link!, Chiara Pugni che si sposa a
fine maggio, poi Massimo Macs Benedetti, Alessandro Donadio e peu mi…. in
una pizzeria che merita la vosta attenzione: UnoPiù
zona Accursio.
Tutta bella gente, brava e piena di entusiasmo. Ve li
consiglio!
1 commento:
UNOPIù e la torta meneghina....
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