Il testo italiano è qui sotto,
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We recently
hosted chez nous a Tupperware
evening. You may know that this company sells only through direct channel,
mainly through word-of-mouth: a presentation hosted in a home, with some
friends invited by the owner in a very household environment.
Tupperware
is not the only one using non-retail channels to sell its products: and this
solution can be proposed in several ways. You might be aware of the multilevel
approach used by Herbalife and Amway as an examples.
For sure
the possibility to purchase on-line helped this approach since the promotion of
products, ignited with a personal contact, can now be sustained through on-line
shopping.
What as
this to do with referral sales? Almost everything, since word-of-mouth is
actually referral. My question is: can we apply the same business model to
export? Could small business, like Italian stylist or designer, try to promote
their business through door-to-door networking channel?
And if this
could be done: how can someone living far away find the right “army” to conquer
a foreigner country? Any suggestions? I’ll provide mine in a future post
testo italiano
Abbiamo
ospitato di recente in casa nostra una serata Tupperware.
Questa azienda produttrice di prodotti per la casa vende sono attraverso canali
diretti non tradizionali, per passaparola. Prodotti di alta qualità proposti da
una brillante promotrice, che spesso svolge questa attività per “arrotondare”
come si suol dire, senza per questo mancare di professionalità o attenzione.
Tupperware
non è l’unica casa che ha scelto questo canale porta a porta; canale che
conosce diverse opzioni: il multilevel di Amway
del notissimo Herbalife
fino ad arrivare al nostrano Net-al
spesso oggi si affianca alla vendita on-line, sempre promossa attraverso
contatti diretti e amplificata dalla possibilità di non dover attendere il
passaggio del contatto per emettere nuovi ordini.
Che cosa c’entra tutto questo con la vendita
referenziata e questo blog?
Iniziamo a
riflettere su quali sono i prerequisiti per un business model di questo genere:
elevata qualità dei prodotti, proposti in modo esclusivo, attraverso la
passione di promotori che lavorano sulle proprie conoscenze personale
amplificate, proprio come in un social network, dagli “amici degli amici”. Vale
a dire tutto quanto fa parte del concetto di vendita referenziata. Esattamente
il tema del nostro blog: vendere sfruttando il passaparola, sistematizzato.
Funziona in
tutto il mondo? Sicuramente sì, dato che queste case provengono per la maggior
parte degli USA e non hanno certo scelto l’Italia come loro sola seconda
opzione.
Funziona
solo oggi? No, dato che questi marchi sono presenti sul mercato da anni e, se
posso portare un piccolo esempio personale, ricordo come da bambino ero
costretto a volte a seguire mia madre a casa di amiche, dove per fortuna un
ragazzino con il quale giocare a Subbuteo si trovava sempre, per assistere alla
presentazioni della promotrice Avon,
azienda cosmetica che ancora oggi usa questo canale di vendita.
Dunque?
Perché non
sfruttare il medesimo modello per vendere, all’estero, prodotti italiani di
qualità? Non è anche questo un modo di sviluppare un canale di vendita
referenziata? Non sarà più facile così tenere in conto il flusso produttivo, il
cash, la fatturazione, i costi di promozione?
Non è un
business model applicabile alla moda, al design, all’agro-alimentare, alla
cosmesi, a quei prodotti che possono trovare in un passaparola “spinto” un
canale preferenziale a basso costo?
Che cosa ne dite? Come si può attuare? Qualche idea ce l’ho,
vorrei raccogliere prima le vostre. Grazie.
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