Il problema probabilmente più sentito dalle aziende oggi,
forse talvolta neppure secondo a quello dei profitti, è quello del tempo. Ti
chiedono spesso di aiutarli a gestire il tempo e a risolvere problemi di
sovraccarico. E io penso di aver trovato la quadra, la parola che schiude
l’animo nostro informe o imbrigliato e ci regala tempo. Vuoi sapere come si fa?
Continua a leggere: fidati, e investi 4 minuti, forse anche
meno.
Poi decidi se può fare per te.
Dunque, nel parlare con le persone in aula ti accorgi sempre
che questa gente soffre. E di brutto.
Ti dicono che ormai i loro capi – e la cosa strana è che
questa affermazione te la fanno ad ogni livello- si sono convinti che il tempo
è infinito in tutti i sensi:
- tu lavori
sempre fino a…. al giorno dopo, senza sosta
- comunque
riesci a sdoppiarti più volte per concludere tutto entro questa sera
- riesci a
fare tutto bene
- e senza
dover chiedere a loro aiuto o chiarimenti.
Chiedi loro di aiutarti a capire come pianificano le loro
attività e quali sono i parametri che usano per definire le priorità. Rispondono
orgogliosi: urgenza e importanza.
Bene; allora chiedo: che cosa vuol dire urgenza e che cosa
vuol dire importanza? Come li definite? Qual è il parametro che dà loro un
valore?
Sull’urgenza si arriva abbastanza in fretta.
No, non è il tempo.
Sono le scadenze, cioè il tempo che finisce.
Una cosa è tanto più urgente quanto più si avvicina alla sua
scadenza. Il muro che separa il tempo: di qua vale, di là è scaduto.
Ottimo.
E l’importanza?
Ti dicono: il valore. Il peso aziendale. La visibilità. Il
mio capo. Chi te lo chiede.
Fuochino.
Vale a dire?
Alla fine ci arriviamo, con qualche consonate regalata e
qualche vocale comperata.
Le
conseguenze.
La misura dell’importanza sono le conseguenze: che cosa
succede a fare o a non fare quella cosa lì? Ecco.
Capirlo aiuta a definire meglio le priorità. A definire
meglio che cosa va fatto e che cosa non va fatto. Perché se una cosa scade ma
senza conseguenze… lasciamola scadere.
Poi cerchi di capire che cosa genera più problemi e alla
fine scopri che sono sempre le persone. Una persona in particolare. Il capo. Ma
quello che sta in cima. Che preso dall’ansia vuole tutto e subito. Senza
ragionare sull’importanza. Per lui è tutto urgente. Tutto. E tutto va fatto subito.
Ora non ci si rende conto che così si danneggiano le
aziende, si distruggono le persone, si annientano le organizzazioni.
Poiché non è vero che il tempo è infinito, devo dare delle
priorità sensate. Se non lo faccio io lo farà qualcuno in basso nella scala.
Qualcuno per cui la sfuriata di un capo intermedio perché non ha fatto qualche
cosa sarà meno importante di aver passato la sera in famiglia. O con gli amici
al bar. E che magari, senza saperlo, avrà distrutto il progetto che avrebbe
rilanciato l’azienda. Magari avendo scelto invece di portare a lavare la
Mercedes del capo. Altra cosa che andava fatta subito.
È questo che la tua azienda vuole?
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