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Mi frulla in testa per tutta la mattina un’idea strana, di contare quanti giorni ho vissuto, perché non so. Sarò l’alba della primavera che in questo primo marzo cerca di liberarsi dell’inverno.
Così comincio
11 agosto 1960 --> 31 agosto = 21 gg
1/9 --> 31/12 1960 = 30+31+30+31 = 122
1/1/61 --> 31/122013
= 53 anni x 365 = 19345
devo contare i bisestili dal 1964 al 2012 ce ne sono 13
poi 1/1/2014 --> 28/2/2014
= 31+28
Totale 21+122+19345+13+31+28=19560
Ecco, trovato il numero lo pubblico sul mio profilo Facebook, così un po’ per gioco.
Scrivo: “oggi compio 19560 giorni”.
E un po’ alla volta si scatena un fenomeno curioso: mi
arrivano piogge di auguri! Interdetto chiedo spiegazioni, qualcuno mi dice che
ha visto il mio annuncio, qualcun altro che ha visto che mi facevano gli auguri
e si è unito al coro, scusandosi del ritardo.
Il bello è che in evidenza sul mio profilo c’è la mia data
di nascita e che FB non ha segnalato a nessuno la ricorrenza, come fa ogni
mattina.
Ora questo merita una riflessione: siamo un po’ tutti pavloviani?
Basta vedere una parola chiave che ci scatta dentro la reazione automatica?
In che modo questo può diventare una occasione per il nostro
business? Ho letto nel blog
dell’ottimo Dario Vignali che
per aumentare il numero di RT in Twitter un buon metodo è quello di usare
l’espressione “per favore RT per…” meglio se segue un messaggio social come
“aiutare le PMI” “condividere la conoscenza” e così via.
Vuol dire che davvero ci sono espressioni che ci rendono più
disponibili ad agire? E che dire del meccanismo di trascinamento: qualcuno ha
iniziato a farmi gli auguri e altri si sono accodati vedendo quel lungo elenco
di post simpaticissimi.
Basta quindi iniziare a scatenare il flusso per avere un
effetto eco così importante?
Ha quindi ragione Malcom Gladwell che nel suo
Il punto critico (The Tipping Point) spiega come generare fenomeni “epidemici”?
Che cosa altro si può apprendere da questo piccolo episodio personale?
Che cosa ne dite?
3 commenti:
La metterei meno pavloviana. Semplicemente credo non siamo più abituati alla lettura selettiva
Ecco perché, nella distrazione generale scatta l'azione che non credo si possa inquadrare in un campo behaviouristico, bensì in una fretta generalizzata che ormai domina il nostro agire.....è solo un'idea personale. Comunque auguriamoci buon compigiorno anche oggi. Ci accomuna tutti.
In effetti pavloviano era più una provocazione.... ;-)
Bastava una divisione per 365 per capire che non era un compleanno, più che comportamenti pavloviani mi sembrano irriflessivi (il riflesso condizionato è incontrollabile, questo era controllabilissimo, io l'ho controllato :-) l
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