Carlotta Silvestrini è una delle voci più accreditate nel
mondo del web marketing. La sua missione, come scrive lei stessa nel suo profilo
Linkedin, è quella di “aiutare professionisti e imprese a
posizionarsi e diffondere correttamente la propria identità nel digitale. Sono
specializzata in digital rebranding, l'analisi, identificazione e risoluzione
delle problematiche causate da una cattiva gestione del marchio e relativa
strategia di digital marketing”.
La sua pagina web, che porta il suo nome, è molto di
più di un semplice blog: è un portale ricco di idee interessanti.
Ecco dunque ciò che ha da suggerirci per una corretta
strategia che ci aiuti a conquistare una posizione di autorevolezza in rete.
Il
marketing è spesso sottovalutato o addirittura avversato della piccola media
impresa, il marketing è considerato qualcosa di non tangibile, un po' come "vendere fumo", l'opposto della concretezza del prodotto: che cosa si può dire, in
poche battute, a un imprenditore per convincerlo a comprendere l’importanza del
marketing e a investire?
"Smettere di fare pubblicità per risparmiare soldi è
come fermare l'orologio per risparmiare tempo", questo diceva Henry Ford.
Ho passato la mia vita a cercare di fare opera di convincimento, sprecando
tempo ed energie per tanti anni. Poi ho capito che le migliori collaborazioni
nascono dove entrambe le parti sanno cogliere il valore dell'opportunità. Chi
investe dopo essere stato convinto non sarà mai soddisfatto e avrà comunque
l'impressione di avere fatto un investimento eccessivo rispetto ai risultati
ottenuti. In un mercato pieno di opportunità come quello attuale, chi sceglie di fallire perché non abbandona
le sue convinzioni limitanti si merita quel destino. Dal canto mio, il
salto di qualità professionale l'ho avuto nel momento in cui ho smesso di essere una crocerossina per
diventare un'imprenditrice che sa dire di no.
Che cosa
vuol dire “posizionarsi e diffondere correttamente la propria identità nel
digitale”? Che cosa consiste il tuo lavoro e quali vantaggi produce?
Quando si avvia un'attività, c'è un passaggio fondamentale
che molti sottovalutano, per presunzione o per mancanza di un buon consulente. Avere un buon prodotto, ma non sapergli
dare una collocazione nella mente delle persone (branding) anche nei canali
digitali (digital branding) porta all'inevitabile fallimento. Vedo queste
situazioni ogni giorno: chi si vuole fare salvare emerge, chi rimane arroccato
affonda, un po' come spiegavo nella risposta precedente. Il mio lavoro è
parlare a fondo con il cliente (azienda o professionista), tirare fuori
l'elemento differenziante dal suo prodotto o servizio, proporlo nel digitale
con la giusta strategia e la giusta comunicazione. La mia consulenza strategica
è una sorta di trampolino di lancio che permette di risparmiare i costi e lo
scotto degli errori nell'impostazione del digital marketing. Ho visto
un'azienda perdere quasi €100.000 e un anno fiscale perché il suo CEO non
voleva saperne di seguire un mio semplice consiglio (che gli avevo dato gratuitamente e infatti non ne colse il valore, da
allora ho smesso). Allo stesso modo ho visto clienti risorgere come fenici
dalle ceneri nel momento in cui ho rivisto la loro identità di brand e la loro
strategia.
In che
modo i social media possono aiutare la piccola media impresa farsi conoscere,
magari anche all’estero?
La rete non ha costi di spedizione o di trasporto. Solo
questo dovrebbe bastare a spingere qualsiasi imprenditore dotato di un minimo
di buon senso a utilizzare questo mezzo per diversificare il mercato di
riferimento, intercettare nuove nicchie di mercato e portare il proprio marchio
a livello internazionale.
Nella
tua esperienza, quali sono gli errori più comuni che hai visto conoscere alle
imprese di casa nostra nell’affrontare l’uso della rete come strumento di
promozione?
L'imprenditore
italiano vede i social come un giocattolo, internet come uno strumento gratuito. Due
errori di valutazione dai risvolti disastrosi. I social e i motori di ricerca
sono le piazze ideali in cui intercettare potenziali clienti, starci per gioco
porta a perdite economiche notevoli, come quelle di cui spesso parlo nelle mie
analisi. La rete è libera e ti permette di ottenere qualsiasi cosa gratis o
quasi. Ma se non investi in pubblicità, non vai più da nessuna parte. Il
mercato è saturo, la rete è satura, solo chi sa emergere con una buona
strategia e un buon posizionamento può essere sicuro di non fallire. I tempi
del "basta una paginetta" sono finiti da molti anni ormai,
specialmente nel momento in cui marketplace e colossi verticali (Es. Booking)
hanno preso un posto nella mente del cliente come punto di riferimento per
sopperire a un preciso bisogno.
E invece i migliori successi, le più
brillanti intuizioni, qualcosa che ti ha stupito veramente e che ti ha
insegnato qualcosa?
Quei pochi, ma ottimi, imprenditori che sono riusciti a
focalizzarsi sul risolvere UN solo problema a una precisa nicchia, ottenendo
successo in un tempo sorprendentemente breve. Quelli mi stupiscono ogni giorno.
Li seguo, li studio, parlo con loro cercando di assorbirne il know-how per poi
utilizzare quanto appreso con i miei clienti.
Usi con
molta frequenza, con grande profitto per chi ti segue, la rivista on-line Pulse
di LinkedIn: questo strumento a quale tipologia di imprese è adatto? Serve solo
a chi fa del marketing e della consulenza o anche a chi svolge la propria
attività in un mondo più tecnico?
LinkedIn
è uno strumento straordinario. Perfetto per il B2B in qualsiasi sua forma,
purché a mio avviso orientato al personal branding. Mi
spiego meglio. Sono le persone il valore aggiunto, non le aziende. Chi riesce a
trasmettere valore con la sua persona e il suo bagaglio esperienziale riesce a
ottenere approvazione dal pubblico e di conseguenza contatti interessanti e
proficui sotto l'aspetto economico. I curriculum sono carta straccia se non si
riesce a farsi notare per le proprie peculiarità.
Come può
un’azienda trovare il giusto equilibrio tra segnare la propria presenza in
rete, condividendo pubblicando, e evitare il rischio di presentare
informazioni, notizie, articoli, che non siano perfettamente in linea con la
propria reputazione e stile aziendale? Mi spiego meglio: importante per le
aziende poter condividere articoli, post, tweet con il proprio pubblico, non
sempre contenuti di questi sono perfettamente in linea con il sentire
dell’impresa. Ci si trova di fronte ad un bivio: limito la mia presenza
condividendo solo ciò che è perfettamente allineato al mio pensiero quello dei
miei clienti, oppure ricondivido con la mia rete ciò che ritengo comunque
importante anche solo parzialmente?
Questo è uno dei punti cardine del mio lavoro, hai
centrato la cosa più importante e forse anche una delle più difficili da
mettere in atto. Io educo aziende e professionisti a rimanere focalizzati
sull'obiettivo, impostandone le linee guida da seguire e con un affiancamento
per così dire "correttivo". Revisiono idee, concetti, testi,
immagini, a volte singole parole, argomenti, tone of voice, tutto. Trasformo la
comunicazione professionale in una lingua che parla il nostro target,
affascinandolo e coinvolgendolo. Allo stesso modo questo linguaggio allontana
le persone non interessate. Non è meraviglioso?
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