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Negli ultimi post pubblicati abbiamo parlato dell’importanza di definire chi sia il nostro cliente, o i nostri clienti, tipo per poter facilitare il processo di referenza e per migliorare la nostra reputazione grazie ad una accurata azione di promozione personale là dove i nostri clienti sono realmente. L’ultimo post di Cristina Mariani parla proprio di questo e vale la pena leggerlo per capire come produrre una scheda semplice ed efficace che definisca le nostre buyer-persona ideali. L’origine di questo metodo risale al lavoro dell’autrice americana Adele Revella che ha anche pubblicato un ebook gratuito sul tema, con semplici istruzioni da seguire per produrre le schede che ci servono.
Grazie a questa accurata definizione sarà molto più facile ed utile ad esempio definire una compagna di comunicazione che vada dalla scelta dei media e del messaggio fino al linguaggio da utilizzare con questi clienti.
Di recente ho lavorato con una azienda alimentare che ha lanciato qualche tempo fa un nuovo prodotto, davvero innovativo e geniale, ottenendo però risultati scarsi. Quale è statio l’errore? La generalizzazione del cliente, una definizione sbagliata. O a voler essere maliziosi un errore grossolano nella definizione del cliente. Nel frattempo un concorrente ha preso la palla al balzo e sta introducendo un prodotto analogo e, sfruttando l’errore della prima azienda, sta ottenendo successo.
Lo smacco è tale che la prima azienda sta anche considerando di cambiare il nome del prodotto dato che non trasmette il messaggio corretto.
Potete immaginare i costi e le perdite di tutto questo? E tutto per non avere definito in anticipo e correttamente la tipologia di cliente al quale rivolgersi.
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In our recent posts we discussed about the importance of defining who is our client so to ease the referral process and increase our reputation. Last Cristina Mariani’s post talks about an effective procedure to define the profile of the buyer-persona. The origin of this methodology is the approach suggested by Adele Revella, who recently published a free ebook about, with simple instructions to follow.
Thanks to this sharp definition it is easier and more productive to set a communication plan: from our media strategy to the language we have to use to address our clients.
Recently I worked with a company in the food industry which launched some time ago a very innovative product and got no results from it. Their mistake? No definition of the client, or even worst than that a wrong definition of the target. In the meantime a competitor jumped on the same idea and is gaining ground and success building on their inaccuracy. The company is considering that the name they choose for the new product should be reconsidered because it does not project the correct image. Can you imagine how much could this costs?
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