È andata così. Sono sul treno FrecciaBianca per andare a
Cesena. Che poi Freccia… parliamone. Non basta cambiare nome ad un espresso per
farlo diventare una freccia…. Comunque. Umanità varia in seconda classe. A
Bologna salgono tutti. E comincia a suonare insistentemente un cellulare.
Nessuno risponde. Qualcuno comincia ad agitarsi. C’è gran movimento. Alla fine
viene localizzato, sotto un sedile. Una ragazza risponde. È il proprietario che
l’ha perso. Gli è cascato dalla tasca e non se ne è accorto. La mano corre a
cercare il mio iPhone. C’è. Insomma il disperato è sceso a Modena e non sa come
fare senza telefono. I passeggeri si mobilitano. Adesso quando arriva il
capotreno glielo lasciamo.
La ragazza scende a Faenza e il cellulare è preso in
consegna da un simpatico ragazzo che viaggia fino a Rimini. Il treno proseguirà
fino a Bari.
Arriva finalmente il controllore che non intende prendersi
carico del telefono. È il regolamento. Non ci si può far carico di oggetti
rinvenuti. Dice proprio così. Rinvenuti. Discussione. Niente da fare. Il
cellulare rimane nelle mani del tipo di Rimini. Finché una ragazza si offre di
riportarlo a Bologna la mattina dopo. Si chiama il proprietario. Sì, può venire
a Bologna la mattina dopo alle 8.30. Appuntamento all’edicola. Ringrazia
milioni di volte.
E si finisce per discutere di servizio al cliente. Assente.
Come di gentilezza. E viene in mente la Lego
che ha regalato un set intero ad un bimbo che aveva perso un omino e
chiedeva sconsolato e disperato il rimpiazzo.
Non capiremo mai.
Nessun commento:
Posta un commento