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And so
Groupon faces the end. At least it looks like that. The company lost most of
its value (about 75% from quotation) and the CEO
was fired last week.
Is the business
which is fake? Not at all: there are a lot of other actors in the same market
field and they are making good results. Clients are growing. The same Groupon
increased its clients, people purchasing deals: plus 22% last year.
So what?
Groupon
choose to fight on the wrong side: they had a very good tool to compete against
advertising, a tool to be spent as a good move in the marketing strategy and
they through it away for greed. So many of their suppliers, the restaurants,
shops, hotel and so on, claimed they risked bankruptcy due to a unbearable
number of coupon sold.
Instead of
considering their true market the shops, Groupon bought the cause of the users
thus jeopardizing their own market.
In my
opinion what a deal company should do is to assist the shops in setting a right
campaign, supporting them in planning a goal for their Groupon deals, tell them
what to do, help them limit the number of deals so to avoid overboostering.
None of
that was done.
And these
are the results.
What do you
think?
Some posts
I wrote on the same subject
La versione italiana
È la fine di Groupon? Potrebbe sembrare di sì. Dopo
un crollo continuo e verticale del titolo in borsa con una perdita di valore di
quasi il 75% dalla quotazione la scorsa settimana è stato licenziato in tronco
il suo CEO.
Perché? Il mercato non tira? La gente si è stufata dei deal?
Direi proprio di no: altri attori nello scenario stanno
andando bene e la stessa Groupon ha segnato un incremento del 22% di
acquisitori di deal nell’ultimo anno.
E allora?
C’è che Groupon ha sbagliato strategia: travolta
dall’avidità (sì, come per il caso delle banche e dei mutui) invece di
proteggere i suoi veri clienti, il suo bene prezioso, vale a dire i
commercianti, ha pensato bene di mungerli mettendo molti di loro in condizioni
critiche, quasi vicini alla bancarotta, per eccesso di deal venduti.
Scontentando così di fatto anche i compratori dei buoni.
Un errore colossale: invece di far comprendere ai
commercianti che avevano per le mani un fenomenale strumento di marketing e
insegnare loro ad usarlo nel modo migliore, li ha condotti al baratro per
vendere qualche manciata di coupon in più.
Stefania Boleso ed io ci siamo occupato più volte di questo
fenomeno (qui
trovate un elenco dei post sul tema se vi interessa e in coda all’articolo
altri link interessanti) perché questa è veramente una occasione perduta. Non
siamo i soli a pensarla così: qui
un post di Ninjamarketing illustra il proprio punto di vista.
Un venditore di deal dovrebbe fornire consulenza ai propri
veri clienti, dovrebbe aiutare i venditori di offerte a pianificare una
campagna, a darsi un obiettivo, a prevedere un seguito, a limitare il numero di
coupon venduti per non produrre effetti disastrosi. Dovrebbe cioè diventare un partner
di marketing, non spremere i clienti.
Nulla di questo è stato fatto ed ecco le conseguenze.
Che ne pensate?
Alcuni post collegati
Il
video sul Groupon che
suggerisce la strategia da seguire
5
suggerimenti per sfruttare bene il dealStefania
Boleso e Groupon: una fan delusa racconta
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