giovedì 30 agosto 2012

Le nuove vecchie tesi di minimarketing 5





Ho scoperto solo di recente, ne faccio ammenda immediata, l'intrigante saggio provocatorio di Gianluca Diegoli, molto presente on-line come è ovvio e padre del Minimarketing, un modo affascinante di intendere la relazione con il cliente, purtroppo oggi ancora sconosciuto non ai web-markettari, ma a chi dovrebbe essere addetto al settore.


Il saggio si intitola  
91 discutibili tesi per un marketing diverso
ed è scaricabile anche gratis sotto forma di pdf molto elegante oltretutto. Ecco qui accanto la copertina. 

Son passati quasi quattro anni dalla proposta di Gianluca e quindi, in questo mondo così veloce, alcune di queste tesi sembrano scontate. Non lo erano nel 2008.

Mi interessa riproporne alcune in questa seconda parte di agosto per condividere con voi le idee che ne scaturiscono e confrontarle con lo stato dell'arte del marketing e dell'imprenditoria delle PMI nostrane.

Sperando nella vostra partecipazione e nei vostri contributi ovviamente.

Grazie a tutti
Paolo






Se organizzate un evento, il numero di partecipanti non è fondamentale: considerate invece la qualità della conversazione creata dall'evento

Il mondo on-line e quello off-line sono ormai inscindibili e ciò che accade nella vita reale si riflette e ripercuote in quella virtuale e viceversa. Non servono le folle oceaniche per creare notizia, serve una elevata qualità della comunicazione. Su che cosa investire allora nel creare l'evento? Nella location? Nella ristorazione? Negli inviti? O nella qualità del relatore? Nella sua capacità di coinvolgere e far dialogare tutti? 



lunedì 27 agosto 2012

Le nuove vecchie tesi di minimarketing 4



Ho scoperto solo di recente, ne faccio ammenda immediata, l'intrigante saggio provocatorio di Gianluca Diegoli, molto presente on-line come è ovvio e padre del Minimarketing, un modo affascinante di intendere la relazione con il cliente, purtroppo oggi ancora sconosciuto non ai web-markettari, ma a chi dovrebbe essere addetto al settore.


Il saggio si intitola  
91 discutibili tesi per un marketing diverso
ed è scaricabile anche gratis sotto forma di pdf molto elegante oltretutto. Ecco qui accanto la copertina. 

Son passati quasi quattro anni dalla proposta di Gianluca e quindi, in questo mondo così veloce, alcune di queste tesi sembrano scontate. Non lo erano nel 2008.

Mi interessa riproporne alcune in questa seconda parte di agosto per condividere con voi le idee che ne scaturiscono e confrontarle con lo stato dell'arte del marketing e dell'imprenditoria delle PMI nostrane.

Sperando nella vostra partecipazione e nei vostri contributi ovviamente.

Grazie a tutti
Paolo




tesi nr. 19

Ogni cosa è commentabile, che lo vogliate o no. Per esempio, pensate se il vostro payoff fosse commentabile: che cosa ci scriverebbero sotto le persone? Tenetevi forte: lo è.


Ha destato molto interesse quest'anno la campagna promozionale della nuova stagione del serial Mad men: un uomo che cade con uno spazio per disegnare quello che si desidera. Un po' come far commentare il payoff. Quali i rischi? Quali i benefici? I secondi sono sempre di più.
Vogliamo divertirci e darci da fare a commentare i payoff che ci passano per la testa?
Cominicio io, dal mio, così perché più forte del minimarketing c'è solo l'auto-ironia.

miglioriamo i vostri profitti

a) soprattutto miglioriamo i nostri...
b) almeno ci proviamo...
c) sarebbe bello se condividessimo anche i rischi 
d) (beh questo lo facciamo...)




giovedì 23 agosto 2012

Le nuove vecchie tesi del minimarketing - 3



Ho scoperto solo di recente, ne faccio ammenda immediata, l'intrigante saggio provocatorio di Gianluca Diegoli, molto presente on-line come è ovvio e padre del Minimarketing, un modo affascinante di intendere la relazione con il cliente, purtroppo oggi ancora sconosciuto non ai web-markettari, ma a chi dovrebbe essere addetto al settore.


Il saggio si intitola  
91 discutibili tesi per un marketing diverso
ed è scaricabile anche gratis sotto forma di pdf molto elegante oltretutto. Ecco qui accanto la copertina. 

Son passati quasi quattro anni dalla proposta di Gianluca e quindi, in questo mondo così veloce, alcune di queste tesi sembrano scontate. Non lo erano nel 2008.

Mi interessa riproporne alcune in questa seconda parte di agosto per condividere con voi le idee che ne scaturiscono e confrontarle con lo stato dell'arte del marketing e dell'imprenditoria delle PMI nostrane.

Sperando nella vostra partecipazione e nei vostri contributi ovviamente.

Grazie a tutti
Paolo




tesi nr. 41

Il danno provocato dal venditore incapace sarà più alto del risparmio che avete ottenuto con il suo contratto a basso costo - chi avrà avuto contatti deludenti, non lo terrà per sé. Se vendete al telefono, ogni trucco vi si ritorcerà contro come passaparola negativo. E no, i report di vendita non tengono conto di questo.



Un colpo al cuore: come togliere potere alle vendite per darlo al marketing. E in un mondo, quello delle PMI, dove vendere significa stabilire relazioni nelle quali mostrare quando è bello il mio prodotto, è quasi un attentato di lesa maestà. Eppure, questa violenza è necessaria. Capire che non tutto è monetizzabile nell'istante, ma che esiste una dimensione che guarda al futuro... beh questo sì che è vincente. 



lunedì 20 agosto 2012

Le nuove vecchie tesi di minimarketing - 2


Ho scoperto solo di recente, ne faccio ammenda immediata, l'intrigante saggio provocatorio di Gianluca Diegoli, molto presente on-line come è ovvio e padre del Minimarketing, un modo affascinante di intendere la relazione con il cliente, purtroppo oggi ancora sconosciuto non ai web-markettari, ma a chi dovrebbe essere addetto al settore.


Il saggio si intitola  
91 discutibili tesi per un marketing diverso
ed è scaricabile anche gratis sotto forma di pdf molto elegante oltretutto. Ecco qui accanto la copertina. 

Son passati quasi quattro anni dalla proposta di Gianluca e quindi, in questo mondo così veloce, alcune di queste tesi sembrano scontate. Non lo erano nel 2008.

Mi interessa riproporne alcune in questa seconda parte di agosto per condividere con voi le idee che ne scaturiscono e confrontarle con lo stato dell'arte del marketing e dell'imprenditoria delle PMI nostrane.

Sperando nella vostra partecipazione e nei vostri contributi ovviamente.

Grazie a tutti
Paolo




tesi nr. 9

Non ha importanza il numero di ripetizioni del messaggio, soprattutto se non volete ascoltare la nostra risposta. Dopo il primo, diventa solo fastidio e rumore di fondo. Immaginate la vostra reazione se qualcuno vi chiedesse più volte la stessa cosa, e poi si disinteressasse della risposta. Uguale.


Affascinante l'idea: a mare la radio, a mare la televisione. Usa la rete e inizia ad ascoltare: mettiti a rispondere, fai domande e suscitale, impara ad usare i nuovi strumenti del web e non metterli in mano ad un tecnico inesperto. Ma smetti di pensare che un buono spot urlato -e un sito mal fatto è la medesima cosa- risolva i tuoi problemi di conoscenza. Quello che conta oggi è la reputazione. Che è tutt'altra cosa.

venerdì 17 agosto 2012

Le nuove-vecchie tesi di minimarketing - 1

Ho scoperto solo di recente, ne faccio ammenda immediata, l'intrigante saggio provocatorio di Gianluca Diegoli, molto presente on-line come è ovvio e padre del Minimarketing, un modo affascinante di intendere la relazione con il cliente, purtroppo oggi ancora sconosciuto non ai web-markettari, ma a chi dovrebbe essere addetto al settore.


Il saggio si intitola  
91 discutibili tesi per un marketing diverso
ed è scaricabile anche gratis sotto forma di pdf molto elegante oltretutto. Ecco qui accanto la copertina. 

Son passati quasi quattro anni dalla proposta di Gianluca e quindi, in questo mondo così veloce, alcune di queste tesi sembrano scontate. Non lo erano nel 2008.

Mi interessa riproporne alcune in questa seconda parte di agosto per condividere con voi le idee che ne scaturiscono e confrontarle con lo stato dell'arte del marketing e dell'imprenditoria delle PMI nostrane.

Ne pubblicherò 6, da oggi al 3 settembre prossimo, due a settimana, il lunedì e il giovedì, sottoponendole al vostro commento.

Sperando nella vostra partecipazione e nei vostri contributi ovviamente.

Grazie a tutti
Paolo




tesi nr. 8

Al saturarsi dello spazio "ricettivo" delle persone il valore da attribuire all'esposizione tende a zero. Invece di aggiungere ulteriore rumore, è più conveniente insegnare alle persone a filtrarlo, o fornire loro strumenti per farlo. Aumenterà la vostra reputazione nella conversazione.


L'annoso problema di cedere know-how: il suggerimento di GLuca è molto chiaro ed efficace. Superare la sindrome de "il mio prodotto è più bello perché l'ho fatto io" per iniziare a diventare promotori di cultura, fornitori di conoscenze essenziali che facciano risparmiare tempo e denaro ai clienti.
E se poi comprano comunque dalla concorrenza? Perché adesso non lo fanno di già? In che modo puoi distinguerti da loro? 



sabato 4 agosto 2012

Let's lunch! Pranziamo insieme?

Scroll down to reach English post - thank you 




Oggi fare rete è un comandamento, networking è una parola magica, quasi un incantesimo. In effetti talvolta il mantra “fare rete” appare più del wannamarketing piuttosto che un vero e proprio approccio strategico.  Ciò detto è anche vero che la costruzione di una rete –è la terza volta in quattro righe, ma proprio non trovo un sinonimo sensato- è la strada che può aiutarci a camminare insieme verso la fine del tunnel –e lontano dai dirupi- e a vincere come con la luce di Galadriel l’oscurità, quasi disperata, con la quale ci ha avvolti questa crisi che sembra senza fine.
Perché alla fine siamo persone e viviamo di relazioni e amiamo condividere idee e spunti e aiutarci gli uni con gli altri. E alla fine ci fidiamo più di chi conosciamo di persona che di pubblicità, comunicati che sembrano poi così lontani dalle nostre sofferenze quotidiane.
Per cui ogni strumento che possa aiutare a connettersi, a fare quel lavoro che secondo l’approccio Tipping Point di Malcolm Gladwell   dovrebbe essere appunto del connettore,  per lo meno merita una sperimentazione. Per capire se aiuta a creare legami professionalmente validi oppure se millanta ciò che poi appunto alla fine non mantiene. Con questo spirito ho provato  Let’sLunch: un aggregatore che  permette di proporre un pranzo insieme (pranzo, non cena: per quello ci sono i siti per cuori solitari) a persone che hanno interessi comuni o che posseggono competenze che si desidera esplorare meglio e che condividono il medesimo territorio di movimento. Se all’estero, specie negli USA, ha grande successo, da noi è agli albori e le persone disponibili al momento sono poche. Ma vale la pena riempire di più il database.
L’ho sperimento e devo dire che ne sono uscito soddisfatto: una occasione interessante per iniziare a conoscersi, scambiare idee, imparare cose nuove, dare una mano.
Sarei curioso di sapere che cosa ne pensano altri che hanno provato. Anche all’estero.
E sono felice di accettare inviti a pranzo; sia chiaro: si paga alla romana!

English post


Networking is mandatory and seems to be the new mantra. Although sometime it looks like a spell more than a strategic approach, I do totally agree that this is the best way to walk together towards a new light, to overcome the darkness that this neverending crisis is pouring on our lives. Because at the end of the day we are human and we do love sharing ideas and hints and help each other. And we do trust people we know much more than advertising or anything else which seems to be too far away from our daily connections.
Therefore any new tools that help us to make new contact, to expand our network should be tested at least before deciding it won’t work or it’s not suitable to our way to establish relations. Having this in mind I experimented Let’sLunch: what’s that? Is a website that offer to connect people with close interests through lunches. When you write down your profile you point out which city or part of the city you would define your territories and propose to have lunch to people working in the same area with close interests.
I did and were satisfied.
Since this connecting way is brand new to Italy, while seems to be very common in the US and other countries, I would welcome the experience and results of other people from  abroad to know what do they think about. And from Italian guys who experienced that too.
I found it useful to get new ideas, get new spirit and widen my network.
It’s up to you know: let’s lunch together! I’m available to be invited.

giovedì 2 agosto 2012

La virtù dei clienti





Che la rete sia sempre più sede di opportunità e di innovazione è ormai assodato. La possibilità di essere creativi e reinterpretare il mondo degli affari è l’asso vincente di Internet in tutte le sue forme: dai social network ai portali ai blog. Una ulteriore conferma di come anche l’Italia non resti indietro, anzi grazie alla nostra inventività, sfruttiamo al massimo le potenzialità offerte.  Virtubuzz ne è un esempio: oltre 6.000 Partite Iva iscritte spontaneamente in cinque mesi. Un vero boom che ha decretato il successo della prima community dove i fornitori votano i clienti.
Nata a novembre 2011, Virtubuzz è già diventata un punto di riferimento per migliaia di possessori di Partite Iva e imprenditori di tutta Italia, e i numeri continuano a crescere.  La necessità di avere un clienti che paghino è oggi vitale per i piccoli, che rischiano di vedersi “suicidare” da partner o clienti che quando non truffano, tardando a pagare mettono in difficoltà professionisti e PMI. Alzi la mano chi non ha avuto almeno un cliente o un sedicente partner d’affari che non l’ha lasciato a leccarsi le ferite?

Abbiamo chiesto ad Andrea Ragno, ideatore e manager di Virtubuzz come gli è venuta questa idea e come sta funzionando il suo sito.

1) Qual è lo scopo che si pone il vostro sito?

In primis, aumentare la trasparenza nei rapporti lavorativi tra clienti e fornitori di servizi. In altre parole, aiutare i nostri utenti a formarsi un'opinione sul nuovo partner commerciale o cliente prima di stipulare un qualche accordo in via definitiva. Come ci è venuta l'idea è facile intuirlo, a noi per primi è capitato di trovarci in situazioni spiacevoli, ad aver dato fiducia e comprensione a realtà che poi si sono rivelate tutt'altro che rispettose del lavoro altrui. Ci siamo semplicemente chiesti: “Non sarebbe bello sapere prima con chi si a che fare?”. E da lì è cominciato tutto.

2) A chi è rivolto? chi trae vantaggi da essere parte di questa comunità?

E' rivolto a tutti i professionisti e gli imprenditori, a chiunque lavori con Partita Iva e fornisca un servizio a terzi. Virtubuzz è costituita da una rete di persone unite dalla stessa esigenza: lavorare serenamente. Ci piace pensare ai nostri iscritti, presenti e futuri, come ad un “club”, un gruppo affiatato ma, allo stesso tempo, esclusivo che crede nell'importanza della trasparenza e che ha un'idea precisa di quanto sia importante non svalutare la propria attività professionale.

3) Quali sono i criteri per essere definiti virtuosi?

La regola madre è il rispetto di un'etica professionale, che si può riassumere nell'inflazionatissima espressione: patti chiari, amicizia lunga. Quindi, il punto di partenza è il rispetto degli accordi.
Crediamo, allo stesso tempo, che la “virtù”, anche all'interno di un contesto aziendale, sia riconoscibile soprattutto nel momento in cui ci si trova in difficoltà. Voglio dire, è capitato a tutti di trovarsi in una situazione sfavorevole improvvisa, la differenza sta nel modo in cui questa viene gestita. 

4) In quale modo questo può aiutare l'economia italiana?

Quante aziende chiudono perché non hanno più liquidità? I miei debiti di oggi sono i tuoi di domani. Questa terribile catena di insoluti che mette in ginocchio le aziende va necessariamente spezzata, gli enti devono tornare a poter fare credito, solo in questo senso è possibile pensare a una ripresa economica.  

5) Che ruolo ha il web secondo voi nel favorire le PMI?

Cruciale, soprattutto per la cosiddetta “online reputation”. Credo che il concetto di web 2.0 sia chiaro più o meno a tutti, ebbene, oggi, le persone, in veste di utenti, si formano un'opinione su un prodotto, un servizio o un'azienda cercando le informazioni online. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, consiste nel fatto che il web è un territorio “selvaggio”, dove a ognuno è consentito  esprimere un punto di vista su un determinato argomento in piena libertà. Sia chiaro che l'assenza di censura sul web è di per sé, e nonostante tutto, un bene. Quello che Virtubuzz si propone di fare è di incanalare le opinioni dei fornitori di servizi verso i propri clienti verso un “luogo sicuro”, autorevole. Quello che si sentiamo di garantire è il fatto che ogni opinione espressa sia il frutto di un solo unico utente e che questo utente sia realmente un'azienda. D'altronde un'opinione è un'opinione e non ha valore in sé ma solo se messa a confronto con la totalità delle opinioni. 

6) Quale strategia dovrebbe seguire una azienda per essere virtuosa?

Mettersi in gioco. Segnalare, comunicare, essere trasparente, discutere, informarsi ed informare. Tenere un comportamento virtuoso e aspettarsi che gli altri facciano lo stesso. In un qualche modo, pretendere che gli altri facciano lo stesso.

E una azienda virtuosa nei pagamenti è un’ottima occasione di vendita referenziata!

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