mercoledì 30 gennaio 2013

Giraffando, per non morire....




L’occasione fa l’uomo astuto: o per lo meno aguzza l’ingegno e stimola la creatività. È così un fiorire di iniziative nel luogo ormai più battuto del pianeta, la rete, per trovare nuove e stimolanti, si spera, idee per facilitare il collegamento e quindi il business. Dopo aver presentato Oltreilpassaparola il sito che permette ai clienti soddisfatti di segnalare gli artigiani virtuosi, ecco la volta della comunità di Giraffare, che il dr. Maurizio Caporusso, co-fondatore, ci presenta illustrandoci scopi e peculiarità.

Qual è lo scopo del sito Giraffare?
Giraffare® è la prima business community tra aziende e professionisti, un marketplace dove si incrociano domande e offerte di servizi e prodotti promozionali con modalità social shopping (coupon).
L’idea prende corpo all’interno della neonata società di consulenza e vendita di servizi alle imprese, UPCUBE srl, i cui promotori provengono da decennali esperienze professionali dirette ad aiutare le aziende a sviluppare i propri progetti di crescita con le potenzialità innovative del mondo global, local, glocal.

A chi si rivolge?
Giraffare si rivolge a TUTTE le aziende. Dall’inizio di quest’anno abbiamo lanciato la nuova versione della piattaforma dove abbiamo inserito una delle prime novità del 2013: il servizio PROMOZIONI. Si tratta di sezioni tematiche dove le aziende possono in aggiunta o in alternativa alle offerte con coupon, acquistare uno spazio pubblicitario per pubblicare delle promozioni con link al proprio sito.

Come funziona?
Ci si registra al sito con un proprio account con la semplice indicazione dell’indirizzo di posta elettronica. Periodicamente si ricevono via mail offerte commerciali opportunamente profilate a condizioni vantaggiose con limite di adesioni. L’utente può promuovere una sua offerta e può acquistare offerte di altri, richiedendo il prodotto o servizio tramite coupon ( pagamento con bonifico o carta di credito).  L’acquirente avrà un periodo medio lungo per richiedere il prodotto/servizio direttamente all’impresa inserzionista. L’impresa venditrice accoglierà il nuovo cliente con la massima attenzione per puntare sulla fidelizzazione: ha acquisito un nuovo cliente senza alcun investimento in comunicazione e distribuzione, semplicemente rinunciando ad una parte del prezzo di vendita del coupon.  Inoltre l’impresa inserzionista potrà migliorare il proprio sistema d’offerta sviluppando diverse offerte con differenti proposte commerciali che avranno un feedback rapido ed efficace: il numero di adesioni!
Periodicamente si ricevono via mail anche le promozioni di servizi o prodotti pubblicizzati nelle sezioni promozioni.

Che vantaggio ne hanno i sottoscrittori?
 Nel modello Giraffare ogni impresa può essere al tempo stesso un potenziale acquirente e un potenziale offerente: qui gli affari si fanno TRA le impreseTutti gli iscritti potranno contribuire a far risparmiare l’azienda, acquistando i prodotti o i servizi a condizioni vantaggiose e gli stessi utenti potranno a loro volta promuovere le loro offerte. Se non si trova un’Affare di proprio interesse, è possibile inviare una richiesta del servizio o prodotto che occorre.

In che senso è definibile social shopping?
Il nostro modello di business utilizza i meccanismi dei social network: permette di scatenare il passaparola e di raggiungere in poche ore una notorietà mai vista prima in così poco tempo.

Come sfruttare al meglio la proposta di Giraffare?
E’ proprio in questo momento di crisi economico-finanziaria che vanno attivati tutti i meccanismi sinergici e innovativi per aiutare le aziende a non fermarsi, a rilanciarsi con la propria capacità di innovare e con i propri prodotti e servizi. Occorre pensare a sistemi innovativi che possano facilitare gli scambi commerciali e produttivi tra le aziende italiane puntando su soluzioni pensate global ma attivate local, in termini di ricerca di nuovi sbocchi di vendita e di continuo stress dei costi. E' in questo complesso scenario che è nata l'idea di un servizio che permetta alle aziende di piccole e medie dimensioni di acquisire nuovi clienti proponendo i propri servizi e prodotti a costi ridotti con una formula dell' "invito a provare", senza costi fissi e senza sprechi. Le crisi portano con loro delle opportunità uniche per cambiare, percorrere nuove strade e cercare diversi e più innovativi modi di proporsi.

lunedì 28 gennaio 2013

Mirroring creativity - La creatività a specchio


English text first, to get the italian version scroll down.

La versione italiana è qui sotto: scorrere per trovare il testo in italiano.


Creativity and brand or self reputation: here the mix that can make the difference and help us bump up from the mob and be noticed. Actually what’s reputation? Is a promise of faithfulness, a taste of what we are and we could be for other people. So if we want to improve our reputation and claim our value we should start thinking that the way we do it is somehow so important that we should pay a lot of attention of what we are doing. I’m not just remembering that the media is the message, but also considering that, for instance, if you want to state your creativity… well you have to do it in a creative way.
And this is what this French guy did, Philippe Dubost, web product manager, promoted himself in such an unusual and creative way (click here to see) that he was really affirming his creativity in such a multiple way he was really successful.
What could we do to find out so different way to assert our difference? I think humor could be a good source to take from.
Any suggestion? Samples?
Could we ask Philippe to tell us more about his performance?


Ecco la versione italiana


Geniale! E da prendere come spunto efficacissimo!
La creatività diventa necessaria nell’affermare la propria reputazione. Che in effetti che cosa è se non la promessa di essere affidabili? Costruendo la nostra reputazione cerchiamo di dare un anticipo, un assaggio di ciò che siamo e che possiamo fare per i nostri clienti. Quindi nel farlo dobbiamo dimostrarlo: è come un gioco di specchi nel quale ci mettiamo alla prova due volte (almeno). Per ciò che affermiamo e pretendiamo di essere e per come lo facciamo.
Certo sappiamo già che il mezzo è il messaggio ma qui credo ci sia di più: la necessità di confezionare una proposta che sia al contempo già esempio. Prendi la creatività: come fai a pretenderti creativo se non lo fai in modo creativo?
È quello che ha fatto questo francese, Philippe Dubost, web product manager,  in cerca di occupazione, del quale ha parlato anche recentemente il CorSera, che ha pensato bene di promuoversi in un modo così brillante da ricevere subito centinaia di proposte di lavoro. (Per vedere come clicca qui).
Che cosa possiamo fare per trovare strade così geniali per fare la differenza ed emergere dalla massa di aziende e professionisti che fanno il nostro medesimo mestiere?
Dove attingere idee? Ho la sensazione che l’(auto)ironia sia una fonte potente: ma verrà compresa in questo paese che fa ancora dell’ostentazione personale una strada privilegiata anche se spesso sbeffeggiata e deserta? E se provassimo a chiedere a Philippe qualche idea?
Personalmente mi sarebbe piaciuto lanciare la campagna "adotta un consulente a distanza!", che faccia il verso a Save the children per chiarire la sofferenza dei professionisti o delle PMI in questa crisi che sembra non finire mai.
Che ne dite?

giovedì 24 gennaio 2013

SMARTerializzare le abitudini




Oggi tutto è virtuale: perché non sfruttare le possibilità offerte dalla virtualizzazione per rimodellare secondo i suggerimenti che derivano dal mondo del computer anche realtà molto consolidate? Perché non sfruttare la commistione di genere e intervenire con creatività abbattendo il famoso muro del “abbiamo sempre fatto così”.
Come re-invetare la fiera dunque? Che cosa fare per dare nuovo smalto e nuove opportunità alle esposizioni in un momento di particolare crisi che taglia i budget per questo tipo di eventi?   
Ricreare dei mondi ideali che permettano al potenziale acquirente di tastare con mano la validità e la funzionalità di un prodotto, inserito in un contesto reale.
E’ questa l’idea innovativa di PeoplewareSolutions  che propone un nuovo modo di fare fiera per favorire le imprese che affrontano i cambiamenti dei mercati, creando le condizioni di incontro diretto tra le imprese (per collaborazioni B2B) e il grande pubblico (B2C).  

Il progetto prevede la realizzazione, nel 2013, di un percorso composto da tre fiere incentrate su tre tematiche molto diverse tra loro: l’efficienza energetica (Smart Energy), la domotica (Smart Living) e l’estetica (Smart Hair).
Ad accomunare le tre manifestazioni il concetto di fiera “smaRterializzata”: stop agli stand costosi e vecchio stile e via libera a percorsi cognitivi multisensoriali che facciano fare esperienza del prodotto o servizio promosso.
Il cuore della fiera ruota attorno alla realizzazione di percorsi esperienziali allestiti ad hoc. Questo permette di abbattere notevolmente il costo di partecipazione per le imprese che non si devono più preoccupare dell’allestimento del proprio singolo stand: agli espositori infatti, non sarà richiesto un costo al metro quadro per partecipare alla fiera (a cui andrebbero sommati i costi di realizzazione dello stand) ma un costo fisso di partecipazione a fronte del quale avranno l’opportunità di posizionare il proprio prodotto all’interno del percorso cognitivo e di usufruire di un pacchetto base di promozione.

A completare l’offerta, aree dedicate agli appuntamenti con i buyer già durante la fiera e una segreteria dedicata ad organizzare incontri commerciali anche dopo la fine della manifestazione.
Inoltre il progetto mira a coinvolgere le aziende e a valorizzare, attraverso iniziative collaterali, l’indotto economico anche per le imprese non direttamente coinvolte nella manifestazione

venerdì 18 gennaio 2013

Twitteri da non perdere dal 2013 all'eternità... parte terza



Terza ed  ultima puntata dei twitteri da seguire nel 2013.
Ultima? Parliamone. In realtà in queste tre puntate abbiamo parlato dei twitteri di casa nostra e m’è venuta voglia di dedicare una puntata a quelli oltreconfine. Accetto suggerimenti. Anzi sarebbe bello che una decina li suggeriste voi, e uscendo dalla banalità del successo: non i big insomma alla @alaindebottom per intenderci. I talenti nascosti, gli emergenti, gli amici. Fate voi.
Di che cosa abbiamo parlato nelle prime due?
Nella prima trovate anche i criteri di selezione e le scelte strategiche che guidano il mio stile di twittatore, e ovviamente le due cose sono legate strettamente. Oltre che i riferimenti all’idea originale di @gioska23  e @davidelico dai quali ho tratto lo spunto per questo post di segnalazioni. Molti di coloro che Davide e Gioska hanno segnalato nel dicembre 2011 e nel dicembre 2012 già li seguo e ve li consiglio spassionatamente. Nella seconda abbiamo calato gli assi delle notizie. E questa volta di chi ci occupiamo?

1.     Pinterestitaly & Barrylindon (alias Paola Sangiovanni): dicevamo la scorsa puntata di Bnolli. Beh qui ci sono altre due professioniste di Pinterest. A loro si deve il primo blog italiano dedicato esclusivamente a questo tema. Sarà ora di intervistarle per sentire come va… che ne dite? Intanto followatele poi lo facciamo

2.     Wineup (Monica Pisciella) e Paola Faravelli: la natura e il mare, vino e Liguria in 140 caratteri. Ma soprattutto la creatività che porta da settori lontani qui sul web due simpaticissime ragazze che allietano la vostra TL.

3.     Carolina Venturini: la freschezza di Carolina, come si evince da questo post che mi ha regalato, la rende un punto di osservazione speciale per gettare uno sguardo non ingenuo, ma limpido sul mondo del lavoro e sulla rete.

4.     Veronica Gentili: il suo blog su face book è una delle chicche della rete. Ogni post è un bigné pieno di idee e ricoperto di praticità. La sua intervista, apparsa in due puntate (una e due) è una degli hit del mio blog

5.     Alessandra Farabegoli: altra esperta della rete che dispensa consigli senza mancare di generosità e di ironia. Anche la sua intervista è tra le top ten dei post più letti: vorrà dire qualche cosa!

6.     Chiara Dal Ben: iniziato un filone è bene non fermarsi. Altra intervistata altra finestra sul web, autrice di un K40 unofficial, ci aiuta a trovare idee per migliorare la nostra presenza in rete anche nel suo blog.

7.     Futura Pagano: mi imbarazza quasi citare Futura dato che non ha bisogno di questa menzione per arricchire la sua fama. Che colpisce è quella ironia che scudiscia rivelando, che mette in chiaro che se il re è nudo, beh tocca a tutti trovargli il vestito. E lei indica la strada.

8.     Monica Sargentini Antonia Ronchei Dario Di Vico: il giornalismo oggi spesso percorre una china pericolosa, dimenticando la sua vocazione. Ignora le fonti, segue il sensazionalismo, è più pancia che ragione. Mente, spesso sapendo di mentire, perché ritiene che il fine giustifichi i mezzi. E si allontana dalla sua vocazione. Non tutti però. Ecco qui tre esempi di giornalisti, e twitteri, che non hanno paura di avere la verità e la ricerca per compagni. Monica ama andare controcorrente, e l’ho anche intervistata per questo. Antonia merita la stima che molte le tributano, e il vostro follow. Dario De Vico non ha bisogno di parole.

9.     Rosa Giuffré artista della rete, poetessa del marketing, pennella sulla TL elevando il tono. Irrinunciabile. Non ci credete? Leggete qua

10. Gini Dupasquier se vi interessa tutto sulla lotta che la donna sta portando avanti per guadagnare il rispetto e le opportunità che merita nel posto del lavoro, beh lei è la fonte migliore: determinata ma non aggressiva, informata e non manipolatrice, intelligente e saggia. Come dimostra in questa intervista in una e due puntate. 

11. Maria Cristina Terenzio altra autrice multitasking che merita il follow: dal marketing alle donne, dalla politica all’ambiente solo le notizie che vale la pena leggere nei suoi tweet.

Abbiamo finito? Dipende da voi…. In fin dei conti oggi è venerdì, e questo è una specie di #FF…

mercoledì 16 gennaio 2013

A story of creativity - Creatività e tenacia per un costruirsi il futuro

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La versione italiana è qui sotto: scorrere per trovare il testo in italiano.





What do you need nowadays to get the chance to beat the crisis? Well if you are twenty and you live in Italy, not at the core of the downfall  but very close to it, you really need to have a lot of creativity and tenacity to overcome that understated friction that can easily bring to paralysis and desperation. So that’s what to young guy, Letizia and Marco, just did: their shot-movie telling the story of The Betrothed by Alessandro Manzoni, all realized in the stop motion with Lego figures was quite a success at the end of November. Well, not a big bang like Gangnam Style or Call me maybe: but that’s literature non pop music. So their video overcame 10.000 visits and several blogs, as this one talked about it. Now, one month later, the story reached the TV as you can see at the very beginning of this video: not Oprah or  David Letterman but anyway a unexpected surprise. Not really unexpected: it’s the results of an hard work and a strong will.
Yes but… why are we talking about that? Because it’s a story of self branding, of personal reputation, of a good web strategy to win more opportunities for one’s future. And maybe someone watching the video could start thinking that these guys deserve more chances. Their names? Letizia Pugni and Marco Costa.


La versione italiana

Prendi due ragazzi sui vent’anni, aggiungi una fine luglio pigra e non torrida, un pizzico di creatività e la voglia di affermarsi, senza esagerare, condisci con l’esperienza di amici appena poco più “vecchi” e con già dietro alle spalle un assaggio di quello che sta nei sogni e ti ritrovi con un video che insomma la sua notizia l’ha bell’e che fatta. Non un botto da Gangnam style o da Call me maybe, ma d’altra parte parliamo di cultura e non di musica.
C’è che la tenacia paga e l’ardimento di più, c’è che oggi bisogna pensare in grande per iniziare a raccogliere, c’è che non bisogna avere paura ma tanta faccia di tolla. E lo puoi fare se hai fondamenta solide.
Così dopo il rumore fatto dal video I promessi lego, la storia del Manzoni interpretata dagli omini della casa danese (la cui storia è narrata da un altro video famoso) e raccontata dal punto di vista di un bambino, a fine novembre quando ne parlarono siti famosi, tra cui  oltre a Repubblica.it, Studenti.it Giornalettismo.com e Cogitoetvolo.it anche questo,  facendo superare le 10.000 visualizzazioni in pochi giorni, in settimana lo storytelling di Renzo e Lucia animato è finito su Mediaset: pochi secondi, i primi di questo servizio andato in onda lunedì 14 gennaio, ma insomma non è mica uno scherzo…
Perché parlarne qui? Perché questo fa self brand, fa reputazione, fa referenza: e fa magari venire voglia di dare una opportunità vera a questi due ragazzi e commissionare un lavoro da realizzare con altrettanta curiosità. I loro nomi? Letizia Pugni e Marco Costa.

E questo è il video:

lunedì 14 gennaio 2013

Linkedin Wrong Approach? Approccio Sbagliato?


English text first, to get the italian version scroll down.

La versione italiana è qui sotto: scorrere per trovare il testo in italiano.





I receive an invitation to join someone's Linkedin network, the standard formula which Linkedin offers as default. I confess: I tend to accept all the requests without any selection. Why not ? is my approach. Few seconds later I receive this Linkedin message: 

Good evening
if you ever desired to know more about social media and how they can be a resource for your business here the link you could appreciate. And if you want to know even more, write me without any consequence. 
Enjoy your week

Now that's the kind of message, and approach, I tend to define the worst you can choose.

For two reasons

1) we are living in the age of relationship and customization,
2) we are living in the age of wikipedia: that means "for free" Go-Giver.


What do I mean?

That standard messages are the worst first step you can use: why sending the basic Linkedin phrase to someone you do not know at all? It could be all right for a friend, although not too elegant, but for a stranger!? And are you really sure that using that formula -I'd like YOU to join MY network- are you making the best first impression?
ME  joining YOUR network? Why? What is in for me?

And the second message, for sure an automatic reply: are you sure that you are giving me value asking if I need more information about social network? Do you know me? What about if I'm an expert of web marketing? If you were would you like to be treated like a beginner?

And what are you implying with those words "without any consequence"? that I have to pay for? For what? For replying to an invitation you sent me?

Now, it seems to me that there are a lot of mistakes in this approach.

What about starting with a different invitation: I'll be very pleased if I could join YOUR network, if you could admit in YOUR network.... and a personal reply: thanks for accepting my invitation, you can consider me at your disposal for anything I can do for help. I noticed that you are working in this and this field and that you are an expert of this and this subject. Since my expertise is this one, if you need some hints just let me know...

An approach with a difference.... 
What do you think?



Versione italiana




Ho ricevuto qualche tempo fa un invito a collegarmi con una persona su Linkedin, quello standard con il messaggio in inglese. Ok. Ho accettato. Confesso lo faccio sempre, il mio approccio è "perché no?" c'è sempre da imparare e da crescere nell'allargare la propria rete. 
Passano pochi secondi e mi arriva un altro messaggio, questo che trovate qui



Buona sera
Se hai sempre pensato di approfondire la tua conoscenza dei social forse potrà interessati questo link.
Per ulteriori informazioni, senza alcun impegno, contattami. 
Ti auguro buona settimana

Mi ha fatto pensare questa vicenda perché ci trovo dentro una marea di errori
Per due semplici ragioni

1) stiamo vivendo nell'era della personalizzazione e della relazione
2) stiamo vivendo nell'era wiki, cioè della gratuità

E allora?

Allora vuol dire che mandare a uno che non conosci un messaggio standard per chiedergli di connettersi a te non è il massimo. Non è elegante neppure se è un amico ben noto, figuriamoci per un estraneo. E poi mi chiedi "vieni a fare parte della MIA rete"! La TUA rete? E perché mai? 
Non basta, ma mi mandi poi una risposta automatica apparentemente brillante in cui mi offri qualcosa. Ma cosa?
Il tuo servizio standard!
Che ne sai che io non ne sappia più di te? Non sia un guru di web marketing? E mi proponi di seguire un tuo link per esplorare il mondo dei social network? 

Poi cosa c'è di sottinteso in quel "senza alcun impegno"? Forse dovrei pagarti anche? Per aver risposto a un tuo invito?

E quel tu... sarò formale, ma iniziamo col piede giusto... diamoci del lei!

Troppi errori secondo me. Molto meglio un approccio alla rovescia.
Comincia a mandarmi un invito personalizzato nel quale magari mi chiedi
"sarei felice e onorato di poter entrare a fare parte della SUA rete Linkedin". 

E poi una risposta più personale:
"mi consideri a sua disposizione per ciò in cui posso darle una mano. Ho notato che è un esperto di questo e quello e che opera in questi settori qui. Interessante. Io ho maturato esperienza in questo campo e se posso esserle utile, lo sarò volentieri".

Tutto un altro inizio.
Che ve ne apre?








giovedì 10 gennaio 2013

i migliori twitteri del 2013 (seconda parte)


Seconda puntata dei twitteri da seguire nel 2013. 

Nella prima trovate anche i criteri di selezione e le scelte strategiche che guidano il mio stile di twittatore, e ovviamente le due cose sono legate strettamente. Oltre che i riferimenti all’idea originale di @gioska23  e @davidelico dai quali ho tratto lo spunto per questo post di segnalazioni. Molti di coloro che Davide e Gioska hanno segnalato nel dicembre 2011 e nel dicembre 2012 già li seguo e ve li consiglio spassionatamente.
Veniamo alla secona parte della lista, i nominati 9-19 (i primi 8 li trovate appunto nel post precedente). Chiarisco subito che non è una classifica e che quindi non ci sono posizioni o preferenze.

Lo so, in qualche modo vi accorgerete che sto barando, ma anche no: nel senso che alcune righe dell’elenco sono in coabitazione: prevale il tema o la “gemellosità” sullo sfrenato individualismo

1.     Pitizeta Patrizia Soffiati e Silvia Badriotto insieme ai già citati @macsbene @stefaniaboleso @lascatoladeisogni (Marianna Faraci) protagonisti del gruppo del Camaleonte, che si richiama all’omonimo blog di Massimo Benedetti potente fonte di ispirazione: Patrizia e Silvia, piemontesi dell’ovest, sono scout della rete come Bufalo Bill lo era nell’epoca d’oro delle ferrovie, ma non abbattono bisonti, semmai lanciano idee nuove.
2.     Newsnovara, Newsfromitaly, Tgimpresa Impresanews MondoPMI Vuoi sapere tutto sull’Italia e sull’ndustria? Non dimenticare di followarli, perché sapranno tenere sempre viva la tua timeline. E i loro link conducono sempre ad approfondimenti degni do nota: interessante il canale Youtube che parla di aziende e imprenditori.
3.     Ale_donadio: ecco, Alessandro è una sorta di Leonardo da Vinci della rete: nominate un solo campo anche il più strano e lui c’è e ti sa dire quello che conta e serve. Specialità della casa: la leadership e la comunicazione basata sui valori in azienda. Come dire: tutto quello che serve per avere persone che lavorano sul serio. Non basta?
4.     Seocopy: l’eccezione. Si fa per dire. Gabriella Sannino sta negli USA, ma non dimentica le sue radici italiane. Twitta bilingue e apprezza gli amici in maglia (sportiva) azzurra. Come dice il nickname sa tutto sul mondo SEO, ma con quella creatività che la rende insostituibile.
5.     Mattia aka zerod10 se l’età è un pregio, essere giovani si intende, lui lo è. Il web è il suo regno, paperli.it la sua arma preferite, ma senza dimenticare blog e altre navigazioni.
6.     Steprincipato: uno dei miei maestri assieme a Tommaso Sorchiotti e Luigi Centenaro, e il loro blog, che mi hanno introdotto con i loro libri prima e con i consigli on-line poi al mondo dei media più smart. Oltre FB per intederci. E con twitter in prima battuta. Stefano è una fontana (di cioccolato: per la dolcezza si intende) di post che elargisce dai suoi blog, il più noto (a me) è marketing personale.
7.     Antcolannino: il più simpatico della TL (per eccesso, così tutti gli altri sono contenti) insieme a @aajima con il quale è un profluvio di saluti mattutini. Creativo di twitter i suoi disegni valgono il follow. Figuratevi il resto
8.     Zumbaleti: beh qui c’è passione pura. Il sarcasmo, l’ironia, la dissacralità, tutto con moderazione ed eleganza. Insomma la verve della Litizzetto senza il peggio della Luciana: e dalla sua mano si arguisce che trattasi più di una Hunzicher che di una LL succitata.
9.     Auntiextina: 20 anni, grande coraggio, molta iniziativa, grande spirito. Insomma, anche se non è una sua fan, una sorta di @chiaraferragni con idee più scolpite e con pari volontà. Fashion blogger non limita alla moda i suoi tweet ma disserta della vita e di come farla diventare serena.
10. Bnolli Beatrice sa tutto su Pinterest e ne parla come se fosse una sua creazione, cosa che inizio a credere sia possibile. Non vi mancheranno spunti e applicazioni sul più moderno dei social se vi affidate ai suoi tweet. Qui potete scoprire perché.
11. Vaevictis: ci sono persone, cime Bruno de Giusti,  con le quali entri in sintonia a prima vista, o al primo tweet. Lui ad esempio. Stesso sentire, stesso credere, stesso twittare. Se un solo @paolopugni non vi basta, seguite lui. Se uno è di troppo, cancellate me e seguite lui. Occhio però che vi curo con justunfollow!

Alla prossima allora!

mercoledì 9 gennaio 2013

Intervista a Groupalia: la strategia del deal


Grande opportunità o grande furto? Strumento incompreso o "furbetti del couponino"? Le posizioni sulle società che offrono deal a prezzi scontati sono molto estreme e opposte. Personalmente sono favorevole e come utente mi sono trovato bene il più delle volte. Suggerisco una certa cautela, le fregature si trovano sempre, ma in linea di massima la mia esperienza è positiva.
Come blogger mi sono occupato spesso della strategia connessa a questa opportunità: in particolare  qui trovate un video sul tema e qui la strategia che suggerisco.


Avendone avuto l’occasione ho posto alcune domande a Davide Nicolucci dello staff di Groupalia.it Ecco il suo punto di vista sull’uso dei deal.

1.qual è la finalità di un deal? è un modo per far crescere i fatturati o è una attività di marketing?
Un deal è principalmente un forte strumento di promozione che siti come Groupalia offono ai loro partner.
Le potenzialità sono molte: a partire dall'invio in newsletter a milioni di iscritti in tutta Italia (cosa molto diffiicile o impossibile per una piccola-media impresa che voglia farsi conoscere partendo da zero o quasi) e centinaia di migliaia a livello locale.
Inoltre la presenza su una vetrina online visitata da diversi milioni di utenti ogni mese non è da poco, e la presenza sui nostri canali Social.
Insomma siamo un vero strumento di marketing e comunicazione per i nostri partner, senza costi fissi e investimenti iniziali! Sicuramente poi utilizzando bene il deal, soprattutto nel medio-lungo termine si ottengono sicuramente vantaggi economici in fatturato, dato che un cliente soddisfatto tende a ritornare e quindi si fidelizza.

2. che cosa deve aspettarsi un azienda che investe in un deal?
Come anticipato nella prima risposta, una presenza forte sul web per tutta la durata della campagna, un forte push in newsletter ai nostri iscritti a livello locale o nazionale. Ripeto, il deal è inizialmente una forma di pubblicità molto forte, prima che di incremento di fatturato. Sta al partner successivamente utilizzare bene questa forma di promozione per far tornare i clienti. 
3. qual è la migliora strategia per sfruttare meglio un deal?
Assicurare un servizio ottimo al cliente, non farlo sentire diverso dagli altri clienti che non hanno acquistato il coupon. 
E, perché no, aggiungere un ulteriore sconto per le prossime volte che il cliente tornerà. Molti partner ad esempio utilizzano un simile stratagemma: presentando il coupon si ha uno sconto del 25% sulla prossima cena. Che non fa mai male in tempi di concorrenza...
Confermo questa strategia: qui trovate un ristorante che l’ha fatto con molta intelligenza e anche La rava e la fava di Milano ha scelto una strada simile
4. quali gli errori da non compiere?
Trattare il cliente come se fosse "di serie B", offrire un servizio diverso da quello pubblicizzato nel coupon. Una volta compresa la filosofia che guida il couponing, sarà facile fidelizzare i clienti con la qualità del servizio offerto e ampliare il proprio parco clienti anche nel lungo periodo.
5. senza fare nomi, ma solo parlando in generale potreste farci un esempio di chi ha colto pienamente l’occasione del deal e ha avuto successo e chi invece ha completamente frainteso l’essenza del deal è ha fatto un grande flop?
Pensiamo sia opportuno citare i nomi dei nostri partner che hanno al meglio sfruttato le potenzialità del nostro business: Lentini's (Torino), Fratelli la Bufala, The Space Cinema, Cacio e Pepe (Roma), Home Spa Relax (Milano). Questi partner hanno sicuramente colto l'idea dietro il Social Shopping e ne hanno fatto propria la cultura. 
Per quanto riguarda i comportamenti da evitare, se ne trovano molti in rete.
6. quale tipologia di esercizio, nella vostra esperienza, ha maggiori vantaggi nell’investire nei deal?
Tutte le tipologie di attività che sono comprese nel nostro ventaglio di offerte: ristorazione, attività ludiche e ricreative, benessere e bellezza, eventi e spettacoli, sport e palestre etc a livello local.
A livello nazionale invece gli operatori di e-commerce (shopping online) e le catene di negozi.


7. sempre partendo dalla vostra esperienza, quali sono le aree di deal che hanno maggiore appeal nei clienti?
Ristorazione, Benessere & Spa a livello locale. Travel e Shopping a livello nazionale.
8. il deal è un elemento importante di una strategia più ampia: quali sono i passaggi ideali che dovrebbero seguire secondo voi una campagna con un deal?
Il partner deve assicurare un ottimo servizio a tutti i clienti per tutta la durata della campagna, favorire e non ostacolare soluzioni di eventuali problemi, e sicuramente continuare ad offrire un buon servizio a tutti quei clienti che vogliano tornare. 
Un successivo deal è un buon metodo per far tornare tutti coloro che non sono tornati e per aumentare la base di potenziali clienti.
9. suggerite delle strade per affiancare la proposta del deal così da renderla più efficace?
Uso dei Social Media: a mio parere personale è il miglior strumento da affiancare al Social Shopping. Ed una costante cura al cliente, volta alla sua soddisfazione prima del proprio guadagno immediato.

lunedì 7 gennaio 2013

Marketing del sociale: organizzare un open day





Organizzare un Open Day sembra cosa da poco. In realtà richiede una macchina ben oliata, specie per una scuola come quella Faes che vuole trasmettere, in questa speciale occasione per farsi conoscere, il suo stile e la sua peculiarità (e pare che ce l’abbiamo fatta come riporta questo breve sunto dell’evento di  novembre) e che quindi richiede ben più che l’organizzazione solo di una o due presentazioni.
Questi gli elementi da considerare e le attività previste per ognuno di essi. Li pubblico non per annoiarvi con un lungo elenco, ma per condividere quali siano gli elementi chiave che possono avere successo nell’organizzazione di un evento come questo. Perché se parliamo di Open Day in realtà stiamo anche parlando di eventi di promozione. Ogni suggerimento e idea che volete condividere con noi per aiutarci a migliorare è ovviamente graditissima. Ecco dunque ciò che abbiamo preso in esame:

il messaggio strategico: chi siamo e perché scegliere noi
-       trovare un filo conduttore e suddividere in isole illustrative
-       produrre cartelloni illustrativi del messaggio
-       produrre (pensare, girare e montare) video che sostengano il messaggio
-       dislocare il tutto all’interno della scuola
-       organizzare presentazioni di alcuni punti salienti del messaggio, che vuol dire individuare relatori autorevoli e dare indicazioni sulla traccia della conferenza
la presentazione della scuola
-       predisporre relazioni e relatori che illustrino ogni singolo ordine di scuole presenti nei centri scolastici Faes
-       predisporre l’accoglienza di genitori e ragazzi che vogliono informazioni e notizie specifiche
-       predisporre la possibilità di svolgere colloqui dettagliati con le famiglie interessate all’iscrizione
-       organizzare attività per i ragazzi da 9 a 14 anni con l’intento di far vivere la scuola e comprendere lo stile della medesima

l’accoglienza
-       definire le attività da svolgere
accoglienza all’ingresso, registrazione e affidamento a docenti/genitori/alunni e ex-alunni incaricati di accompagnare i visitatori alla loro destinazione desiderata
-       organizzare i coffee point e gli altri siti ove offrire bevande e spuntini ai visitatori (e ai volontari)
-       organizzare i volontari, prevalentemente genitori, (ex)alunni affidando a tutti un incarico e corrodinando la loro attività
-       organizzare e gestire l’accudimento di bambini da 0 a 8 anni
-       formare tutti i volontari a vivere e trasmettere lo stile della scuola e in particolare l’accoglienza verso i visitatori oltre che ad essere in grado di rispondere alle domande degli stessi in modo corretto per contenuti, forma, educazione.
Come si vede non un lavoro da poco…
Per questo ci vuole un team di coordinamento che comprenda genitori, docenti, professionisti e che lavori con grande sintonia e affiatamento.
Per concludere l’argomento dell’organizzazione del marketing di una attività sociale, nelle ultime due puntate faremo un cenno alla parte della quale ci siamo occupati direttamente: quella relativa al messaggio strategico e come questo è stato poi valorizzato per prolungarne l’effetto positivo. Soprattutto sul web.
Le prima quattro puntate di questa serie sul marketing delle scuole e delle attività social ad alto valore intrinseco possono essere trovate qui
Prima puntata: impostare il lavoro
Seconda puntata: valorizzare il vantaggio competitivo
Terza puntata: cogliere le opportunità
Quarta puntata: L’importanza degli slogan

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