martedì 17 settembre 2013

Rimettiamo in asse l'Italia! Prima però liberiamoci di questa zavorra



Ho capito come risollevare l’Italia e rimetterla in asse e in rotta. Ci vuole una bella gru e una forte sgrollata. Perché dobbiamo liberarci della zavorra che non fa più correre il paese. E che fa rima con una incompetenza apocalittica di certi imprenditori. Ho a che fare da un po’ di tempo con il famigerato e apprezzato mondo della PMI, di tutto un po’ E la sigla sta per molte cose. 

Alcune eccezionali, che testimoniano la vera forza del nostro Paese:  Poveri Ma Inventivi, Piccoli Ma Ingegnosi. Purtroppo anche Presuntuosi Ma Ignoranti.

Ed è di quest’ultima categoria, non quella più popolosa per fortuna, che vorrei parlare, perché qui c’è la zavorra.

Sta nella presunzione che il proprio prodotto è comunque il migliore e sono scemi quelli che non lo capiscono; nell’aver sempre capito più degli altri -un po’ come il furbetto che sfila tutta la coda e si infila all’ultimo istante nell’uscita sgommando e alzando il medio- in tutto; nel pensare che la professionalità degli altri è banale "e che cosa ci vuole a saperne più di te!"; nel pretendere che il suo amico la sa sempre più lunga, quello del bar, quello che gli ha tirato il pacco ma lui non lo sa e si fida sempre; nel pensare che dietro un’offerta elevata c’è sempre la fregatura; nel pensare che il parente, l’amico, il consulente sempre e comunque sappiano giudicare il lavoro di un altro; nel credere di non avere bisogno di nessuno.
Finché avremo questo atteggiamento ci faremo schiacciare da chi ha forse meno creatività e flessibilità, più umiltà e più coraggio.
Ecco un florilegio di ca… ehm di “corazzate Potemkin” che ho raccolto negli ultimi mesi...

Quello che ti chiama perché ha letto quello che scrivi, ti richiama ancora in agosto per partire subito, ti lascia un messaggio di domenica perché non gli hai ancora mandato la proposta poi per dieci giorni non si fa sentire e quando finalmente lo inchiodi di dice “apprezzo la sua professionalità, mi piace quello che mio ha proposto, ma pensavo ad un investimento come per uno stagista finché non arrivano i risultati!”. Che si prenda uno stagista allora!

Quello che ti chiede un progetto per esportare negli Usa e poi ti risponde “sto valutando la sua proposta con il mio web master”.

Quello che gli presenti una proposta per essere presente in rete e vendere di più e ti dice che sta valutando l’offerta con il suo consulente di web marketing: ah sì quello che ti ha aperto una pagina Facebook personale, ha tirato su 235 amici in un anno e pubblica una volta ogni dieci giorni un post, e ha realizzato tre video in cui si parla di come sei bravo, bello e buono e li ha chiamati storytelling.

Quello che si dice tuo amico, ti chiede se gli realizzi tre video (dalla sceneggiaura al girato al montaggio) e due presentazioni e ti dice “non ti facevo così esoso! Tre giorni per tutto questo? Ma io da solo ce la farei in mezz’ora!”.

Quello che vuol vendere cosmetici di lusso, fatti a mano, personalizzati, che costano più di un gioiello e quando gli dici “dobbiamo regalarne una confezione ad una ventina di donne che possano fare tendenza” ti risponde: “non possiamo regalare, se glieli proponessimo con il 30% di sconto?”.

Lo stesso che quando gli dici che deve far conoscere il suo brand altrimenti è chiaro che ti rimane tutto in magazzino ti dice “bhe però prima bisogna vendere qualche cosa perché ho speso tutto tra ricerca e produzione”.

Quello che crea un portale di made in Italy di lusso agroalimentare e quando gli chiedi: “a che pubblico ti vuoi proporre?” ti risponde “non ci ho ancora pensato!”.

Quello che vuole vendere in caffè in Europa perché il caffè è così buono e non sa neanche dove venderlo e perché.

Quello che hai i piumini più belli del mondo e li vuole vendere ovunque ma quando gli chiedi di fare il sito in inglese ti chiede “e perché mai? Che cosa c’entra?”.

Quello che vuole vendere la pasta in America e non sa neanche che cosa cucinano gli americani o come.

Quello che voglio vendere il mio prodotto in Brasile e quando gli chiedi perché risponde che la sua fidanzata è di Bahia e così spendo meno nelle trasferte. 

Quello che ha trovato il brand che spacca per vendere negli USA e scopri che è un termine in dialetto bergamasco stretto che già a Treviglio non sanno né pronunciare né cosa voglia dire.

Quello che vuole vendere le scarpe a 7.000 (sì, settemila) euro al paio, fatte a mano, personalizzate, e dopo tre mesi di contatti ti silura dicendo “non hai ancora venduto neanche un paio di scarpe! E ne hai regalate 7 paia!” Già, ma alle star di Hollywood!

Quelli che ti scrivono chiedendo aiuto, e quando rispondi spiegando cosa bisogna fare, spariscono e al massimo ti rispondono “non avevo capito che costava qualcosa”.

Quelli che ti dicono che hanno stanziato il budget 2014 per farsi notare in rete: 2.000 (sì, duemila) euro compreso la produzione del sito.

Quelli che dicono che mi ha detto mio nipote che in internet si arriva dappertutto e se faccio pubblicità con adwords con meno di dieci euro faccio vedere il messaggio a tutti quelli di Roma e Napoli.

Quelli che apriamo un e-commerce e i clienti arrivano come il miele. Anche se non fai un minimo di promozione in rete e fuori?????

Quelli che ti contattano solo per carpire qualche idea e poi si dissolvono nel nulla. Almeno ringraziassero.


Oh Yeah!

1 commento:

NewsNovara ha detto...

Mi dicono: " Posso chiederti come alzare il brand.. sai se me lo fai come favore..." ed io rispondo "ok, perchè no, la professione dev'essere anche responsabile e collaborativa... allora dovresti fare ********* ecc ecc."

Risposta: " ma no, sai mi hanno detto che..." "il mio negozio di computer mi fa tutto" ... " quella volta che stavo facendo pubblicità su FB mi si è guastato il pc ed ho chiamato l'elettricista".... se ne sentono Paolo!!

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