lunedì 25 novembre 2013

Come valutare un consulente per lo sviluppo e non correre rischi




Riprendo su questo blog un tema che mi è molto caro è che ho sviluppato qui sul blog dedicato all’export , il tema è quello del consulente: se e come può essere utile, che cosa aspettarsi e che cosa invece non pretendere o ipotizzare.

Uno dei più bei libri sulla consulenza, che consiglio di leggere a tutti sia imprenditori sia consulenti, è Getting naked di Patrick Lencioni  (seguito a ruota da un altro testo del medesimo autore The Advantage spiega con chiarezza che ciò che ci si debba attendere da un consulente è la messa in discussione del modello attuale, non per il gusto di giudicare il lavoro svolto, ma per verificare la possibilità di percorrere nuove strade. Di prendere il volo.

Se nel post precedente, che ho citato poco sopra, discutevamo della formula del consulente, qui vorrei affrontare un nuovo tema, cioè come faccio a valutare un consulente e che cosa mi posso aspettare da chi si propone come promotore di crescita e di profitti.

Personalmente diffido profondamente dal professionista, o dallo studio, che arriva convinto di possedere la verità e con una voglia matta di spiegarti che cosa hai sbagliato fino a quel punto.

Sono convinto che il mio ruolo sia quello di aiutare l’imprenditore a fare due passi indietro ed esaminare la sua realtà con occhi diversi, a non rimanere prigioniero del suo sogno, della sua creatura. A smettere di dire “abbiamo sempre fatto così” “il nostro mercato è differente” “i nostri clienti non lo acceteranno mai”.

Diffido di chi non ascolta e ancora di più diffido di chi non sa fare domande. A mio parere la forza di un consulente sta nel fare la domanda giusta che impone la riflessione.

E come riconosco se la domanda è giusta? Da due caratteristiche fondamentali

innanzitutto fa male, va a toccare una zona fuori dal mio confort , la povere che di solito nascondo sotto il tappeto;

non mi permette di rispondere subito, non ne conosco la risposta, sono costretto a riflettere, a pensare. Spesso a ripensare qualche cosa che faccio.

E, se vogliamo essere pignoli, possiede un’altra caratteristica fondamentale:
non me l’ha mai posta nessuno prima d’ora!

E voi che cosa ne pensate?

Prima di chiedere, come promesso ecco che cosa aspettarti da un consulente di strategie di crescita.

  • Mi costringe a riflettere sul mio modo di gestire il mercato
  • Mi obbliga a riprendere in esame la relazione con il cliente
  • Mi stimola a uscire dalla scatola del “il mio prodotto è ottimo”.
  • Mi impone di ragionare su cosa io realmente intendo ,e soprattutto come il mercato definisce parole trite come

            Qualità           
            Servizio
            Eccellenza
            Innovazione
           Creatività 
           Dinamicità
  • Mi trasporta dal mondo dei costi a quello dei ricavi
  • Mi impone di considerare dei cambiamenti che non aveva neppure sospettato
  • Mi suggerisce soluzioni con un basso tasso di investimento.



E poi? Che cosa altro dovrebbe fare?

1 commento:

Paolo Pugni ha detto...

Giustamente mi fanno notare come possano essere importanti anche le referenze. E sopratutto i successi ottenuti.

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